Luglio è alle porte, con la parte centrale del Vecchio Continente che farà i conti con la prima fiammata di caldo della stagione, apportata dall’azione congiunta dell’anticiclone delle Azzorre con un promontorio nord-africano che convoglierà l’aria calda in quota, per poi comprimerla tramite l’effetto di susbsidenza. Si volta dunque pagina, dopo il lungo periodo fresco vissuto nella seconda parte di giugno: il gran raffreddamento, dopo aver interessato la parte occidentale del Continente, in questa terza decade si è concentrato sui settori centro-orientali europei (fatta eccezione delle estreme aree orientali europee che, con la Russia, hanno condiviso una fase molto calda. Le anomalie di fresco più evidenti rispetto alla norma si sono riscontrate tra le nazioni della Ex Jugoslavia e l’Italia Centro-Meridionale nell’ultimo periodo compreso fra il 20 ed il 26 giugno.
Il fatto che siamo reduci da un periodo fresco su una buona fetta del Continente lo si deduce analizzando i valori estremi minimi e massimi: non sono poi molte le zone che hanno avuto picchi di temperatura oltre i 30-35 gradi, mentre viceversa le temperature minime sono anche scese attorno ai 5 gradi non solo alle latitudini scandinave, ma in diverse aree dell’Europa Continentale e della Gran Bretagna.
Quest’importante raffreddamento è stato generato dall’incursione di una bolla depressionaria con aria d’origine artica, rimasta a lungo in vita e di cui ora rimane un piccolo cut-off sul Mar Nero. Oltre alle temperature basse, hanno sicuramente spiccato le precipitazioni, che sempre nello stesso periodo cronologico (dal 20 al 26 giugno) hanno colpito con veemenza le regioni balcaniche ed una parte dell’Europa Orientale. Si nota chiaramente dalla mappa in basso la Romania, ove le precipitazioni hanno localmente superato la norma del 200% dando luogo ad episodi di maltempo molto intensi con conseguenti inondazioni.