VULCANO SAKURAJIMA – Hanno creato molto scalpore le immagini recentissime delle straordinarie esplosioni del vulcano Sakurajima, che in realtà già da alcuni mesi sta facendo registrare un’elevatissima attività (nel secondo filmato in basso, quella che era la situazione lo scorso febbraio). L’agenzia meteorologica giapponese ha indicato che le eruzioni delle ultime settimane sono state tra le più forti dal 2009 : da inizio anno, il vulcano ha già fatto registrare oltre 300 eruzioni. Praticamente il vulcano è in eruzione costante negli ultimi 2 anni, con esplosioni piroclastiche davvero violente e materiale roccioso scaraventato ad 1.2 chilometri di distanza. La montagna si trova molto vicina alla città di Kagoshima che dista appena 8 chilometri, dove risiedono circa mezzo milione di abitanti.
STORIA DEL VULCANO – La prima eruzione storica documentata risalirebbe al 963 d.C. ed è un vulcano da considerarsi geologicamente molto giovane, in quanto la caldera di Aira, dove è situato, si è formata circa 22.000 anni fa nel corso di un’eruzione pliniana associata ad intensa attività piroclastica. La costruzione del nuovo cono vulcanico di Sakurajima, distante 8 km a sud del centro della caldera, risalirebbe a 13000 anni fa: questo vulcano appartiene all’isola omonima che poi è andata ad unirsi alla penisola di Osumi durante la grande eruzione esplosiva ed effusiva del 1914. Le più grandi eruzioni risalgono al 1471-76, 1779-82 e nel 1914 (la più intensa registrata in tutto il Giappone nel XX Secolo), quando numerosi villaggi limitrofi vennero sepolti da grosse emissioni di cenere.
SOMIGLIANZE CON IL VESUVIO? – Una baia, una città, un vulcano: già questi elementi richiamano da vicino analogie con Napoli e circondario, tranne per il fatto che il vulcano in questione è in eruzione, e non si chiama Vesuvio. In questo lontano territorio la gente è abituata a convivere con il vulcano: nella vicina città di Kagoshima, sono stati costruiti appositi rifugi per mettersi al sicuro da colate piroclastiche e dalla pioggia dei lapilli: sono da tempo attivi adeguati ed efficienti piani d’evacuazione, che scattano con il suono di una sirena. Kagoshima è un po’ nota come la “Napoli del Giappone”. Il piano di evacuazione per l’area vesuviana rimane invece per ora solo sulla carta e la quiescenza del Vesuvio produce una mancata percezione del reale rischio.