Una struttura anticiclonica si è insediata su buona parte dell’Europa Occidentale, chiudendo per il momento la porta a nuove interferenze perturbate di matrice oceanica. L’anticiclone, distendendosi fino alle zone meridionali baltico-scandinave, lascia invece ancora campo libero ad una depressione che domina il contesto meteorologico su parte del comparto centro-orientale europeo: la trottola di bassa pressione è stata recentemente alimentata da un blocco d’aria fresca giunto dal Mare del Nord, proprio ove ora ha rimontato con decisione il campo d’alta pressione euro-atlantico.
Nelle ultime ore il perno della circolazione ciclonica balcanica ha spostato il proprio baricentro dall’Ungheria verso la Croazia, consentendo l’ingresso di un ammasso nuvoloso instabile verso l’Italia. Un parziale peggioramento ha così interessato dapprima parte delle regioni settentrionali (quasi nulli gli effetti su parte del settore di Nord-Ovest a causa del foehn) con precipitazioni più consistenti sulle aree costiere del Basso Veneto, mentre ora i temporali si vanno lentamente propagando verso l’Emilia-Romagna e le regioni centro-meridionali, con coinvolgimento più efficace dei settori adriatici ed appenninici. Il bel tempo maggiormente deciso resiste nel frattempo solo sulle Isole Maggiori, lambite maggiormente dal ramo periferico del vasto anticiclone presente ad ovest dell’Italia.
L’attuale scenario instabile contribuisce ad un primo scorcio di giugno nettamente più fresco rispetto alla norma, con inevitabili strascichi che ci si porta addietro da un mese di maggio così capriccioso. La stagione estiva appare dunque tardiva, specie sulle montagne più elevate dell’Arco Alpino, anche a causa delle recenti nevicate avutesi qualche giorno fa: la neve sul comprensorio dello Stelvio è ancora ben presente, come possiamo apprezzare dall’immagine webcam in basso, e proprio l’ampia presenza nevosa, unita a temperature che scendono ancora sotto lo zero (gelate), rendono ancora impercorribile alla circolazione delle auto il versante altoatesino del passo montano dello Stelvio. Sulla parte estera della catena alpina il ritardo stagionale appare ancora più marcato, in considerazione del fatto che sulle Alpi Austriache si sono avuti fiocchi di neve persino al di sotto dei 1500 metri.