Partiamo dalla situazione attuale: il vortice polare stratosferico raggiungerà un picco massimo all’inizio della prossima settimana. Dati alla mano dovrebbe trattarsi, per metà novembre, del vortice più intenso degli ultimi 40 anni. Ma se andiamo a valutare le varie dinamiche atmosferiche possiamo dirvi che tale potenza svanirà presto. Vari impulsi di calore e onde di pressione inizieranno ad attaccarlo pesantemente.
Dicevamo dei dati: a 10 MB (circa 30 km di altitudine) la potenza è stimata dalla forza del “jet stream” stratosferico. Le proiezioni modellistiche ci mostrano un netto indebolimento del jet stream, ciò significa un indebolimento del vortice polare.
Il vortice inizierà prima a indebolirsi a causa della crescente pressione sui suoi fianchi (onda di pressione). A seconda del numero di onde che agiscono, abbiamo i cosiddetti “eventi a onda 1 o 2″. Nell’immagine qui sotto possiamo vedere che avremo un evento “wave 2“: una sul Pacifico e una sull’Atlantico.
Queste onde stratosferiche sono il risultato diretto della dinamicità della troposfera. Quando la troposfera ha molta energia, parte di essa viene deviata verso l’alto ovvero nella stratosfera, causando onde di pressione e temperatura.
Quale risposta al “wave 2 pattern” dovrebbe partire un’onda di calore ad iniziare dall’Asia orientale. La combinazione tra onde di pressione e onde di calore può impedire il rafforzamento del vortice polare, il ché ovviamente può avere grandi ripercussioni sull’andamento della stagione invernale.
Osservando le proiezioni a più lungo periodo i modelli propongono una dinamicità troposferica piuttosto accentuata, il ché potrebbe sfociare in più onde di pressione e di calore verso la stratosfera. Secondo gli studiosi della materia, entro fine anno è probabile che si verifichi un severo improvviso riscaldamento stratosferico. Ciò aumenterebbe notevolmente le possibilità di un clima invernale piuttosto marcato in varie zone d’Europa. Ivi compreso il Mediterraneo.
Ad oggi le proiezioni mostrano variazioni di pressione nell’emisfero settentrionale. Tali variazioni invieranno altri impulsi energetici, calore per intenderci, verso la stratosfera e ciò dovrebbe stressare il Vortice Polare. Se tali impulsi dovessero proseguire, come effettivamente mostrano le proiezioni da qui a un mese, potrebbero innescare uno split del Vortice Polare cambiando la circolazione emisferica. Ma ora è prematuro parlarne, noi come consuetudine continueremo a seguire l’evoluzione.