Si stima che il rialzo medio sia pari ad 1,5 gradi Celsius negli ultimi 250 anni, anche se è vero che gli ultimi 50 hanno cintribuito per un valore pari a 0,9°C. La causa di questo repentino rialzo, secondo gli studiosi, è associato al picco storico nelle emissioni di anidride carbonica.
La metodologia utilizzata
I ricercatori hanno utilizzato dati climatici relativi all’arco temporale 1753-2000 e ben 36000 rilevazioni provenienti da stazioni meteorologiche in tutto il mondo. Per calcolare la temperatura media della superficie terrestre in oltre 250 anni, sono state applicate semplici funzioni matematiche, che consentissero di relazionare i dati ottenuti con fattori le eruzioni vulcaniche, l’attività solare, la crescita della popolazione globale e le emissioni di CO2.
L’effetto dei vulcani
Dai dati relativi al primo secolo, all’incirca nel periodo 1753-1850, sono emerse frequenti diminuzioni di temperatura. Secondo Robert Rohde, a capo della ricerca, le principali indiziate sarebbero le eruzioni vulcaniche.L’emissione nell’aria di particelle di polvere e cenere che riflettono la luce del sole, non permettendo ai raggi di raggiungere la superficie terrestre. Di conseguenza, le temperature registrarono un calo che durò diversi anni.
L’influenza del sole
Nel 2007, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change) concluse che il cambiamento climatico degli ultimi 50 anni sarebbe attribuibile alle attività antropiche. Sempre secondo lo stesso rapporto, l’aumento dell’attività solare potrebbe aver recitato un ruolo significativo sul riscaldamento, ma soltanto prima del 1956. L’analisi condotta dal BEST, sull’influenza del sole ha concluso che il contributo sul riscaldamento globale è modesto.
Le attività umane
Secondo Elizabeth Muller, co-fondatore e direttrice scientifica del BEST, il maggiore impatto sul riscaldamento globale è determinato dalle emissioni di anidride carbonica. I ricercatori hanno misurato i livelli dei 250 anni, prelevando campioni di aria intrappolate nel ghiaccio polare. L’analisi ha mostrato che i livelli più alti mai registrati appartengono agli ultimi 50 anni del ventesimo secolo. Muller sostiene che l’incremento di CO2 è il risultato della rapida crescita della popolazione e delle dinamiche di sviluppo industriale.
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