RITROVAMENTO FRAMMENTI – Ricorderete il lago ghiacciato di Chebarkul dove, per via di un ampio buco nel ghiaccio (largo 6 metri di diametro), si è subito sospettato che si fosse schiantato parte del meteorite (leggi qui), esploso nei cieli sopra un’ampia regione degli Urali. Dopo qualche giorno di mistero, sembrava che fossero sospese le ricerche di eventuali resti del meteorite, mettendo così in serio dubbio che questo cratere sopra il lago potesse essere stato davvero causato dal corpo celeste. Alla fine è giunta la smentita dell’Università degli Urali che, attraverso il portavoce Vitor Grokhovsky (membro della commissione dell’Accademia delle scienze sui meteoriti), ha confermato il ritrovamento domenica di oltre 50 frammenti.
SOLO SCHEGGE DI NON OLTRE 1 CENTIMETRO – I frammenti apparterrebbero alla categoria dei condriti, ossia meteoriti rocciose, composte per il 10% da ferro. Le condriti sono le meteoriti più comuni, pari a poco meno del 90% di quelle che cadono sul nostro pianeta. Il frammento più grande tra quelli ritrovati ieri è di circa un centimetro. Si è inoltre avanzata la proposta di chiamare il meteorite con il nome della località più vicina, ossia quella di Chebarkul, come si usa fare spesso. Il ritrovamento di semplici frammenti non escluderebbe che vi possa essere un blocco principale più grande affossato sul fondo del lago: secondo l’Università degli Urali, un presunto pezzo più voluminoso potrebbe misurare anche 50-60 centimetri.