Agosto ha portato in maniera evidente le tracce di un perseverante blocco circolatorio sullo scacchiere barico europeo,manifestatosi soprattutto nelle prima parte del mese, ma iniziato molto prima già da luglio: le grandi anomalie d’inizio agosto hanno così avuto un’importanza preponderante nell’ambito dell’intero mese, nonostante la terza decade sia stata caratterizzata da importanti cambiamenti, primo fra i quali la cessazione dell’ondata di caldo rovente in Russia. Dal punto di vista delle temperature, osserviamo così un Continente spaccato su due fronti: le zone centro-occidentali (tranne la Penisola Iberica) con temperature prossime alla norma, mentre i settori orientali europei e soprattutto la Russia Europea pesantemente avvolte dalla canicola (temperature superiori alla norma di 5-7 gradi).
A prescindere dalle temperature, il maltempo è stato protagonista delle condizioni meteo soprattutto sulle nazioni centrali dell’Europa, ove ad inizio agosto si sono avute precipitazioni localmente alluvionali e diversi episodi di meteo estremo, fra i quali fenomeni vorticosi come i tornado. In merito alle zone che hanno ricevuto le maggiori precipitazioni, vanno doverosamente indicati la Regione Alpina, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Germania. Proprio in riferimento alla nazione tedesca, si è trattato dell’agosto più piovoso da quando si effettuano rilevazioni confrontabili con quelle odierne, ovvero da inizio ‘900. Il servizio meteorologico tedesco (DWD) afferma che sull’intero territorio nazionale in media sono caduti 160 millimetri, contro la norma che ne prevede 77 millimetri ad agosto. La località più piovosa è stata Grosser Arber, sulle Alpi Bavaresi, con ben 343 mm di pioggia caduti.
Non solo agosto, ma in genere tutto il trimestre estivo si è rivelato piuttosto bizzarro su molte nazioni del Centro Europa, non solo in Germania: le abbondanti precipitazioni, concentrate in eventi brevi e concentrati, non sono state generalmente corrispondenti con temperature più basse della norma, questo esattamente nell’ambito della cosiddetta estremizzazione climatica dovuta al riscaldamento globale in atto.
Fra gli eventi di maltempo più eclatanti di agosto, non si può trascurare quanto accaduto alla fine della seconda decade fra parte della Spagna Orientale, il Marocco e l’Algeria: tutto è nato dalla concomitante azione che ha visto sovrapporsi la circolazione tropicale con quella extratropicale. Una piccola ma insidiosa saccatura, inviata dal Vortice Polare, ha affondato il suo asse verso la Penisola Iberica ed il Marocco, catturando la corrente a getto sub-tropicale che ha fatto risalire gli ammassi nuvolosi appartenenti alla linea di convergenza intertropicale. Ne è nato un agglomerato perturbato che, in vicinanza del vortice freddo quasi stazionario ed esaltato dall’orografia (la Catena dell’Atlante), ha sfogato quasi tutta la sua potenza sull’area ristretta affacciata al Mediterraneo Occidentale, tanto da determinare situazioni locali di nubifragi con alluvioni lampo e grandinate disastrose, che hanno causato una decina di vittime.