La settimana entrante sta proponendo la definitiva rottura di quello schema barico che ha caratterizzato per diversi giorni lo scenario europeo. I primi giorni di Luglio hanno infatti visto un anticiclone dominatore sul Nord Europa, allacciato ad un promontorio subtropicale che ha occupato in prevalenza i meridiani occidentali europee. Le conseguenze principali sono state legate al fattore termico con caldo molto sopra la media (i picchi termici più elevati hanno coinvolto la Spagna, ma certamente degni di nota sono risultate le punte di oltre 30 gradi sui paesi finnici), anche se la notevole umidità accumulata nei bassi strati ha dato luogo ad episodi temporaleschi, alcuni dei quali degni di nota. L’instabilità atmosferica ha tuttavia colpito più direttamente le nazioni centro-orientali del Continente, oltre alla nostra stessa Penisola.
L’anticiclone scandinavo si è invece ora portato a latitudini ancor più settentrionali, tra Islanda, Groenlandia ed Isole Svalbards. Poco più a sud si è formato un vasto corridoio ciclonico, legato all’interazione fra un minimo ciclonico sulle Isole Britanniche ed un lago depressionario centrato tra la Scandinavia ed il nord della Russia. In tal modo, il flusso oceanico invade gran parte dell’Europa Centrale ed in parte anche la nostra Penisola, con veloci impulsi frontali orchestrati dalla circolazione di bassa pressione britannica. Molti temporali hanno preso di mira il Regno Unito, i Paesi Bassi e la parte occidentale della Germania.
Il contrasto fra i primi sbuffi d’aria oceanica e quella “cappa umida” concentrata nei bassi strati ha causato forte instabilità già dalla giornata di domenica su alcune zone del Nord e su tutta la dorsale appenninica. Tra la sera e la notte di ieri una linea convettiva, legata al corridoio instabile atlantico, è giunta sulle regioni di Nord-Ovest, per poi evolvere lentamente verso est-sud/est.
Questa mattina una serie di grappoli temporaleschi, legati alla coda del fronte freddo, si allungavano dal Triveneto alle coste ligure: sia il Levante Ligure che l’Alta Toscana sono stati colpiti da alcuni temporali autorigeneranti, che hanno scaricato notevoli quantità di pioggia con intensità da nubifragio (90 mm si sono rilevati nell’immediato entroterra di La Spezia). L’intensità delle precipitazioni su questi settori va attribuita al richiamo d’aria umida marittima prelevata dal Mar Ligure e dall’Alto Tirreno, carburante dei temporali anche in orari diversi da quelli di metà giornata.
Le ore più calde pomeridiane hanno poi visto l’ulteriore accentuazione dell’instabilità lungo la dorsale appenninica, grazie al contributo del riscaldamento. I temporali sono andati a sfociare più direttamente lungo le regioni adriatiche: alcuni temporali sono ancora in atto in queste prime ore serali sulle Marche e persino sull’entroterra pugliesi. Gli effetti della nuova circolazione atlantica si mostrano anche in queste bande nuvolose innocuo di tipo medio-alto che sono sopraggiunte sul cielo della Sardegna e delle regioni centrali, mentre l’instabilità fa sentire i suoi effetti anche sulla Spagna nord-orientali, con celle temporalesche in prossimità dei Pirenei, sospinte poi in fase di dissolvimento sul Golfo del Leone dalla sostenuta circolazione occidentale.
La protezione anticiclonica resta abbastanza significativa al Sud e così sarà anche nei prossimi giorni, quando si realizzerà una radicale contrapposizione con le nuove piccole onde instabili di matrice atlantica. Punte di 35 gradi sono state raggiunte in Calabria, Sicilia e Sardegna: su quest’ultima le parziali velature hanno probabilmente limitato il riscaldamento diurno e i valori raggiunti sono stati un po’ inferiori alla giornata di ieri, quando erano stati toccati quasi 39 gradi sull’aeroporto di Decimomannu, nei pressi di Cagliari.