La settimana che si appresta a concludersi è stata scarsamente evolutiva per quanto concerne la circolazione barica su scala europea, a causa di un vasto anticiclone di blocco che ha quasi costantemente occupando parte del Nord Europa e l’Atlantico Settentrionale. Attualmente una saccatura fredda di matrice artica prova a premere verso sud, convogliando masse d’aria polari verso l’Islanda, la Penisola Scandinava e fino a lambire la Scozia.
L’alta pressione ha occupato così il cuore dell’Europa Centro-Occidentale, mentre non cessano le influenze instabili sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, a causa di due distinte circolazioni cicloniche, la principale della quali resta bloccata poco al largo delle coste portoghesi. In Italia l’instabilità ha colpito soprattutto gran parte del Nord, per la presenza di una goccia fredda le cui conseguenze temporalesche, nelle ore più calde, si sono propagate anche sulle aree interne appenniniche delle regioni centro-meridionali italiane.
Si stanno così spalancando le porte dell’Artico sulle aree più a nord dell’Europa, che stanno sperimentando una fase gelida e ventosa prettamente invernale, con l’aria fredda prossima alle Isole Britanniche che tenderà a scacciare i recenti tepori primaverili. Il contrasto termico rispetto alla mitezza presente sulle latitudini mediterranee è evidente: le temperature più elevate si sono avute quest’oggi sui settori orientali, con punte di quasi 30 gradi sull’Isola di Creta ed a Cipro.
Il Meteosat non riesce a mettere in evidenza le polveri di cenere vulcanica che si sono disperse alle altezze superiori della troposfera. Le polveri si sono spinte quest’oggi sul sud della Francia e sul Nord Italia come possiamo apprezzare nella carta in basso, ragion per cui lo spazio aereo è stato inevitabilmente chiuso per ragioni di sicurezza fino a lunedì, con ripercussioni a catena anche sui principali scali aeroportuali rimasti aperti del resto d’Italia. Nelle prossime 24-48 ore le ceneri potrebbero spingersi parzialmente verso le regioni del Centro Italia, la Corsica e la Sardegna. L’eruzione del vulcano continua, sebbene con attività meno rilevante rispetto alle scorse 48 ore: la preoccupazione principale resta legata al possibile risveglio anche imminente di un vulcano vicino a quello dove è in atto ora l’attività.