L’anticiclone soffre, ma non cede Segnali di notevole fragilità per l’area anticiclonica presente su gran parte dell’Europa Centro-Occidentale, troppo stretta fra una spigolosa lacuna depressionaria iberico-marocchina ed il flusso atlantico in rotta alle alte latitudini. I massimi anticiclonici si sono così spostati sul comparto orientale dell’Europa, mentre il centro motore dell’intera struttura appare al momento relegato sul Vicino Atlantico, poco al largo del Golfo di Biscaglia, in attesa di tempi migliori.
L’alta pressione sui territori europei ha perso smalto in particolare alle altezze superiori dell’atmosfera, creando così i presupposti più favorevoli per la genesi di nuclei temporaleschi, anche molto intensi laddove il riscaldamento diurno è stato incisivo. Dobbiamo dunque evidenziare in particolare lo sviluppo di temporali di calore tra l’est della Francia, la Germania, la Regione Alpina e le aree balcanico-danubiane più ad ovest. Diverso il discorso per quel che riguarda i temporali, peraltro molto più episodici, in azione fra il comparto iberico e l’Algeria, incastonati entro un ampio sistema perturbato, le cui nubi più avanzate ed innocue lambiscono anche la Sardegna e la Sicilia.