Tuttavia stanti le iniziali e non forti correnti prevedibili (26/27 gennaio), antefrontali, che dovrebbero precedere questo nucleo freddo proveniente da nord, il riscaldamento non dovrebbe essere così immediato e devastante. Supponiamo una fase di chiara inversione termica che dal suolo, ancora molto freddo, non dovrebbe superare lo 0° C a quote intorno i 1600 mt. Quindi suolo freddo, in prima battuta, e una quasi omotermia alle quote superiori. La meteora neve quindi non fonderebbe.
Questa fase, del tutto transitoria, per le regioni del medio ed alto Tirreno, potrebbe ancora spendere qualche occasione di neve per le zone interne a quote intorno i 400 mt. Purtroppo data la formazione, successiva, di un nucleo depressionario tra Sardegna e coste iberiche occidentali, la rotazione ciclonica si renderebbe molto più marcata ed i venti nettamente in rinforzo sempre dai quadranti meridionali. Da questo punto in poi, il settore di ponente perde ogni occasione di neve a quote medio basse (28 gennaio) con innalzamento del “limite neve” oltre i 1.000 mt. Nella prima fase, e sempre a detta quota, potrebbero presentarsi degli accumuli sulla parte più settentrionale tirrenica e nelle zone interne.
Il resto appartiene alla “padana” centro occidentale ed in parte a quella orientale. La “grande abbuffata”, con enorme delusione per gli adriatici e i cugini tirrenici, verrà consumata in quel “catino acchiappa neve”.
Al momento non vi sono altre segnalazioni da fare, poiché la situazione sembra essere consolidata.