Sempre dall’elaborazione, ormai “ostinata” nella sua programmazione temporale, il modello delle GFS ci propone, da diversi runs, una “rinascente” depressione d’ Islanda.
Vortice ormai latitante da mesi e che sembra, ora, voler condizionare, nel futuro certamente non prossimo, il tempo atmosferico sul nostro Continente.
Dalla risultanza di più modelli, sul medio termine, sembra che si ponga in essere un certo “rilassamento” delle correnti a getto sulla parte più estrema e nord occidentale dell’Europa (perdita di velocità del getto polare); rilassamento che dovrebbe favorire una ripresa di tale vortice: “semipermanente”.
Titolasi “semipermanente” poiché la sua ubicazione è strutturabile nei pressi dell’Islanda con variazioni, più o meno accentuate (spostamenti di qualche migliaio di km verso SW o SE) durante i vari semestri: semestre freddo maggior attività, semestre caldo attività decrescente.
Tuttavia v’è da notare, nonostante questa ricorrente “segnalazione” previsionale che vedrebbe tale vortice dettare le condizioni sul nostro Continente, una sempre accesa dualità con il vortice polare (depressione di natura ben più fredda).
Da quasi un anno o forse oltre, tale depressione, non riesce più ad innescare i giusti “ingranaggi” con “l’antagonista” per eccellenza”, dell’Anticiclone atlantico.
Ci riprovano le GFS, condizionate in maniera non irrilevante da un pesante dato statistico che vorrebbe detto “ciclone” imporsi proprio in questo periodo (tra autunno ed inverno).
Tentativo, viste le riflessioni sopra esposte, che potrebbe aver delle discrete possibilità di successo; ma sarebbe, in ogni caso un successo “senza gloria” poiché il suo destino, perlomeno quello assegnatogli dagli elaboratori di calcolo, non tiene in debito conto l’azione del vortice freddo che, tramite un colloquio non certo diretto, per via di rotazioni antiorarie, prevarrebbe sulla prima figura pressoria spingendola troppo a nord dell’Isola e rendendola nuovamente a carattere freddo.
Tuttavia se ciò si dovesse in parte verificare, ripresa dell’attività della “semipermanete”, sarebbe in ogni caso una situazione dagli attributi pressoché “transitori” ed a rischio poiché sempre dettata e condizionata dalle evoluzioni del VP. Quindi dai caratteri sempre non stabili e molto precari.
Tra le due figure bassopressorie, al momento l’anticiclone atlantico, non riesce bene a trovare una “via di fuga” esatta, ma al primo spiraglio che sia “aprirà” su detta contesa, il nostro Mediterraneo sarà oggetto di avvezioni sempre più fredde.
Il calcolo di Reading, da me commentato diverse volte, non ha commesso particolari errori, poiché non conferisce, statisticamente, la stessa importanza che le GFS danno a detto vortice atlantico.
Le stesse emissioni delle GFS, sul lungo raggio, stanno resettando questo dato “importante”, ma ormai non preponderante, e si allineano, passo dopo passo, al modello inglese.
Per concludere, quella prospezione da me fatta qualche giorno fa, mentre tutti i “commentatori meteo” erano in crisi, non pare essere, ora, così assurda come lo poteva essere all’inizio (sono passati diversi giorni).
OK! Che la lp d’Islanda faccia pure la “sua fugace comparsa “, quantomeno improbabile apparizione, ma rischierà sempre di tramutarsi in un vortice freddo.