Abbiamo osservato, attraversando mesi e mesi di passione, come, spesso, qualunque modello matematico elaborato a qualsiasi quota sia “fallace” a tal punto da definirsi come “inaffidabile”. L’evidenza più eclatante l’abbiamo potuta “ammirare” nel passato inverno , quando, gli stessi indici stratosferici, che solitamente sono considerati deterministicamente “più puri” (relativamente più puri), hanno messo a segno delle clamorose oscillazioni che in sole 24 ore sono state completamente ribaltate anche sul medio termine.
Certamente l’atmosfera è “un’entità” caotica e sfugge da particolari leggi che la vorrebbero “riordinare”, ma, nonostante questo indubbio e complesso sistema “disordinato”, essa non è stata in grado di farsi riconoscere, perlomeno “identificare” da qualsiasi equazione o algoritmo che sia. Lo stesso Lorenz, se fosse stato ancora vivente, sarebbe arrossito osservando tale “caos” e probabilmente avrebbe avuto delle reazioni “nervose e verbali” oltre la comune decenza.
L’atmosfera si è vendicata ribellandosi a qualsiasi legge fisica e numerica…
Questo, in sintesi, è quello che in maniera molto sommaria è stato. Abbiamo definitivamente abbandonato l’idea dell’inverno, mettendoci una bella e pesante pietra sopra, ed ora, ci accingiamo ad affrontare la stagione di transito (primavera).
Quello che più mi stupisce, da semplice osservatore della natura, è che, in un segmento temporale di “massimo caos” (primavera), ora e da diversi giorni a questa parte, molti modelli si stanno dirigendo verso una soluzione assolutamente “univoca”.
La regolarità delle emissioni numeriche mostra un chiara soluzione che può/potrebbe essere ricondotta, quindi riconosciuta, attraverso altissime frequentazioni ed affollamenti che il modelle ensemble di ECMWF sta evidenziando da qualche giorno a questa parte. Certamente, nel lungo raggio, le certezze non esistono, sebbene vi sono delle sperimentazioni per effettuare previsioni oltre i 5 giorni, ma non possiamo certo negare questa regolarità “numerica” che non abbiamo avuto, sicuramente, in tutto il passato inverno possa capitare in un prossimo futuro.
Ritornando al titolo dell’editoriale, quindi osservando una discreta quantità di modelli, possiamo “pensare” che a ridosso della primavera astronomica qualcosa possa cambiare in maniera molto radicale.
L’inverno non ha prodotto nulla, la primavera, dopo mesi e mesi di perseveranza, si accingere a far “arrossire” quello che in passato non è stato.
Torniamo quindi a confermare quello che è stato scritto in precedenti editoriali. Quasi certamente, e qui mi sbilancio di molto, avremmo un periodo (dal 18/20 e per alcuni giorni) contrassegnato da “intese” incursioni di aria polare o artico marittima in direzione della nostra Penisola.
Inutile pensare alle eventuali conseguenze dannose, tanto la Natura compensa come vuole, ma “riconoscere” che, con tutta probabilità, avremo una fase chiaramente “difforme” e molto più simile all’inverno che alla primavera.
Vorrei solo aggiungere, per evitare critiche a posteriori, che non è insolito assistere a questi “periodi tardivi ed invernali”; ma la “Natura”, definita come “random” (casuale) , può fornire delle “prestazioni” in un periodo certamente non “proprio”.
Per ora ci asteniamo nello scrivere cose che possano essere facilmente smentite, ma prendiamo atto di questa “insolita” evoluzione.
Al prossimo appuntamento, poiché il 60% del percorso è ormai “segnato”.