La pressione atmosferica, ora misurata in hpa, ex mb, viene ricondotta in base alle quantità di molecole che si presentano in continuo movimento nell’atmosfera in tutte le loro relative direzioni.
Esse rimbalzano, come vere palline, verso un qualsiasi ostacolo.
Queste continue e ripetute collisioni sono lette come: pressione atmosferica.
Essa è pertanto più elevata quando gli “urti” sono più frequenti e racchiusi in una determinato spazio; mentre è minore, regime depressionario, quando questa collisione si presenta più disomogenea.
Anche se noi percepiamo tale processo fisico in maniera impalpabile; poiché l’aria esercita in maniera quasi costante una pressione che viene valutata, circa, in 1 kg per cm2.
Naturalmente le molecole d’aria essendo nel primo caso più compresse, quindi di peso specifico maggiore, vengono raccolte dalla gravità terrestre nei bassi strati. Regime di alta pressione.
Quindi la densità dell’aria è sicuramente maggiore in prossimità della superficie terrestre.
Pertanto si deduce da questo che, la pressione atmosferica ad una certa quota, o il numero di molecole presenti in un’area ben definita, diminuiscono, per detta forza di gravità, con il crescere dell’altezza.
Lo stesso e continuo movimento, avanti ed indietro, di suddette molecole evita di conseguenza che esse vengano a disporsi quasi esclusivamente tutte verso il suolo.
In linea generica, con approssimazione e convezione, la pressione che si rileva al livello del mare è variabile tra 950 hps e 1050 hpa; poiché l’aria, nella sua struttura fisica, sale in alcuni punti (depressione) e discende in maniera massiccia (concentrazione di particelle molecolari) in altri punti.