In questa sede, da un po’ di tempo, stiamo dedicando ampio risalto alle complesse manovre meteo climatiche emisferiche.
Ovviamente non possiamo prescindere da qualche tecnicismo, ma cercheremo di spiegare le dinamiche nel modo più semplice e comprensibile possibile. Anche perché ormai lo saprete, tutto ruota – è proprio il caso di dirlo, vista la morfologia – attorno al Vortice Polare. Stiamo parlando, ovviamente, di quella grande Depressione Polare che va a strutturarsi a tutte le quote ma la cui possanza – considerando l’omogeneità dei piani alti atmosferici – la si osserva in Stratosfera.
Più in basso, in troposfera, possono subentrare talvolta imponenti in grado di riverberarsi anche alle alte quote. Ed è quel che sta accadendo proprio in questo periodo, perché prosegue un’azione anticiclonica imponente sul Pacifico e tra l’altro sembra si stia avvicinando sempre più al Canada ovvero in una posizione che potrebbe farsi estremamente interessante. Non solo, tale azione sta solleticando anche l’Alta delle Azzorre, quindi l’onda anticiclonica atlantica, che difatti sarà protagonista nell’innescare l’irruzione artica dei prossimi giorni.
Ricordatevi che le onde anticicloniche, soprattutto se costanti nel tempo, sono in grado di pilotare masse d’aria calda verso il Grande Nord e quindi di disturbare l’attività del Vortice Polare. Disturbi imprescindibili per manovre invernali convincenti, disturbi che però non sempre vanno a segno (anche negli anni passati non sono mancati meccanismi simili, ma che poi non hanno prodotto alcun risultato).
Diciamo che vari elementi inducono un cauto ottimismo, quindi se i tasselli che stiamo tenendo sott’occhio s’incastrassero a dovere vi sarebbe la concreta possibilità di sovvertire proiezioni stagionali altrimenti scoraggianti. Ma lo sappiamo, proiettarsi troppo in là nel tempo è rischioso, anche quando si tratta di complessi strumenti tecnologici come gli elaboratori dei modelli matematici di previsione.