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Prosegue la crisi dell’estate, nel segno dei temporali

di Mauro Meloni
08 Ago 2006 - 18:26
in Senza categoria
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l'immagine SAT (con rappresentazione termica della nuvolosità) mostra l'attività temporalesca in forte intensificazione sulle aree montuose appenniniche e la Corsica. Fonte: www.eumetsat.int
L’estate prosegue sulla stessa falsariga degli ultimi giorni, infatti il Mediterraneo centrale è ancora sotto l’influenza di correnti settentrionali, convogliate da una configurazione barica non propriamente conforme al periodo.

L’Alta delle Azzorre si mantiene sempre in aperto Atlantico su latitudini medio-alte, e l’Italia è interessata dalla grande circolazione depressionaria che abbraccia gran parte dell’est Europeo, con vortice centrato a nord dell’Ucraina.

Per quanto ci riguarda, la situazione sul nostro territorio è ulteriormente aggravata da un ulteriore nucleo freddo in ingresso dal Golfo del Leone, con relativa circolazione depressionaria in approfondimento al livello del mare in queste ore fra la Corsica e la Sardegna.

Gli effetti dell’ingresso dell’ondulazione ciclonica alle quote superiori dell’atmosfera sembra saranno meno rilevanti del previsto: l’instabilità sarà piuttosto accesa nelle ore più calde di domani specie sulle zone interne, ma probabilmente mancherà una vigorosa attività temporalesca sui mari, specie sul Tirreno ove era attesa forte fenomenologia e rischio di fenomeni vorticosi.

Facciamo un passo indietro, tornando alle condizioni attuali: l’ingresso del nocciolo freddo in quote, con progressiva espansione della -14°C all’altezza topografica di 500 hPa verso le regioni centrali e la Sardegna sta infatti favorendo la nascita di svariati temporali, per il momento più attivi sulla Corsica e sull’alto Lazio, ove l’attività elettrica arriva fino a fondoscala (oltre 80 fulminazioni in mezz’ora).

In particolare sono le zone del Reatino e l’alta provincia di Roma le più colpite dai fulmini, inutile dire che i temporali con frequente attività stanno colpendo anche il sud delle Marche (Ascoli Piceno), e gran parte dell’Abruzzo fino a spingersi alla provincia di Isernia, nel Molise.

L’instabilità è in forte intensificazione, e ciò lo dimostra chiaramente il fatto che nell’ultima ora, fino alle ore 15:00, in Italia sono caduti ben 2736 fulmini, a fronte di un totale complessivo di 4140 dall’inizio della giornata. In pratica, oltre la metà dei fulmini complessivi sono caduti nell’ultima ora.

Attività temporalesca marittima è invece in corso sulle Baleari, e tende ad approssimarsi verso il mare e il canale di Sardegna, come si può notare anche dal bordo sinistro dell’immagine SAT.

Per quanto concerne le temperature, i valori più elevati si stanno rilevando in Toscana, colpita in maniera marginale dall’instabilità, solo sulla parte più ad est dell’Appennino. Sull’aretino infatti i temporali hanno provocato un calo termico dai 32 ai 27 gradi sul capoluogo. I cumulonembi temporaleschi non sono lontani nemmeno da Firenze.

Appena ieri, varie temperature over 30° hanno riguardato molti settori centro-occidentali del nord e l’Emilia Romagna, favoriti anche da leggeri venti di foehn, con il dato di Piacenza di +33,6°C sopra tutti gli altri. Anche oggi si ribadiranno valori termici abbastanza simili, grazie al soleggiamento. Ecco alcune temperature massime finora rilevate:

Arezzo +32°
Firenze/Peretola +32°
Bologna/Borgo +31°C
Ferrara +31°C
Catania/Fontanarossa +31°C
Piacenza +31°C
Verona/Villafranca +31°C
Milano/Linate +31°C
Reggio Calabria +30°C
Cagliari Elmas +30°C
Udine +29°C
Torino/Caselle +29°C
Pescara +29°C
Genova +26°C
Trieste +26°C
Rieti +26°C

La circolazione atmosferica non mostrerà segnali di cambiamento nei prossimi 7-8 giorni, stante l’arrivo di una nuova saccatura dal nord Europa che determinerà maltempo più attivo sulle regioni settentrionali (settori centro-orientali) e versanti Adriatici.

Il mese di agosto, che sembra per ora nettamente compromesso in maniera peraltro non così dissimile da quanto avuto anche nel 2005, certamente non potrà ripresentare condizioni estive relativamente stabilizzanti fino a quando la posizione dell’Alta Pressione oceanica rimarrà così anomala.

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