In un contesto di riscaldamento globale, quali che siano le cause legate alle attività antropiche o a normali mutamenti climatici, ormai accettato dalla totalità della comunità scientifica, ci verrebbe da usare un’espressione in voga a Roma un paio di millenni fa “Nullae die sine linea” o, per dirla con termini in uso oggi: è meglio non far passare nessun giorno senza aver detto o fatto qualcosa.
Ed è proprio in quest’ottica che ci accingiamo a compiere una dettagliata quanto aggiornata analisi per testare il polso al nostro pianeta, misurargli la febbre e renderci conto davvero di ciò che sta succedendo.
Il 2005, seppur nei suoi primi quattro mesi abbia fatto segnare in Italia e nel comparto europeo un trend termico in media o in alcuni casi leggermente al di sotto, sembrerebbe partire a livello globale col piede sbagliato. Aprile fa infatti segnare nuovi record surclassando l’anno che fino ad ora aveva fatto la parte del leone nella tormentata quanto dibattuta querelle del Global Warming: il 1998.
Considerazioni e note salienti di carattere globale
Sulla base dei dati preliminari a nostra disposizione possiamo affermare che l’Aprile 2005 è stato il secondo più caldo a livello globale dal 1880 a questa parte per ciò che concerne le medie termiche delle terre emerse unite a quelle oceaniche, mentre se prendiamo in considerazione unicamente il dato globale delle terre emerse emerge un’amara quanto inevitabile realtà: l’Aprile 2005 ha messo la freccia ed ha superato il caldissimo 1998.
Nello specifico l’Aprile 2005 è risultato essere ben sopra le medie soprattutto sulle grandi pianure del nord degli Stati Uniti, nel Canada e nella gran parte di Australia e Asia orientale.
Regioni sotto le medie sono risultate essere invece l’Alaska occidentale, la zona meridionale degli Stati Uniti e l’India.
Per ciò che concerne le precipitazioni i massimi precipitativi si sono avuti sugli Stati Uniti orientali, l’Europa occidentale e l’area dei Caraibi mentre poca pioggia si è vista in generale in Asia ed in gran parte di Australia e Alaska.
Le temperature superficiali marine (SST) hanno avuto un surplus positivo nell’area del Pacifico equatoriale, elettivamente nella zona centrale ed orientale.
Introduzione
Le anomalie termiche sono indicate nella carta a cura del NOAA (https://www.ncdc.noaa.gov/oa/ncdc.html) e indicate tramite l’uso di pallini colorati rossi e blu con un range termico tra i +5°C ed i -5°C, il trentennio di riferimento è quello 1961/1990 e le anomalie vengono calcolate in base ai dati storici globali dei rilevamenti della rete di climatologia (GHCN).
Spiccano in questo quadro i forti gap termici positivi di Europa, Stati Uniti settentrionali, Canada e Australia e Africa settentrionale.
Nella seconda parte e nelle successive ci occuperemo di nuovo dei gap termici con le relative tabelle di confronto col trentennio 1961/1990 e approfondiremo il discorso per quel che riguarda le anomalie superficiali marine (SST), le analisi delle anomalie pressorie globali al suolo e alla quota barica di 500hPa, l’analisi stratosferica e troposferica, le precipitazioni sulll’intero pianeta ed il ciclo ENSO.
(Fine Prima Parte)