CLIMA E METEO: l’attività solare, come ormai è risaputo, presenta un ciclo di 11-12 anni durante il quale si raggiunge un massimo della presenza di macchie solari sulla superficie della nostra stella, accompagnato da emissioni elettromagnetiche, forte vento solare, esplosioni superficiali, emissione di raggi X, ed altre manifestazioni di forte attività.
Trascorso questo periodo l’attività della nostra stella diminuisce lentamente fino a raggiungere un minimo, durante il quale le macchie solari spariscono completamente dalla superficie del sole, il vento solare si riduce fino al minimo e così le emissioni elettromagnetiche che poi causano una diminuzione degli episodi di aurore australi e boreali.
In questo periodo siamo in una fase di minimo solare, e, anche se nei mesi scorsi sembrava che il sole potesse riprendere la propria attività, e che il minimo fosse alle spalle, in realtà è da un mese e mezzo che la nostra stella non produce più macchie.
L’attuale mese candidato ad essere quello del minimo è il settembre 2019, ma, attualmente, la nostra stella non presenta più macchie da 28 giorni, e la serie sembra destinata a perdurare.
Lo scorso ciclo solare ebbe il suo minimo tra gli anni 2008 e 2009, quando, rispettivamente, si ebbero 268 e 260 giorni privi di macchie solari.
Attualmente invece nel 2018 si sono avuti 221 giorni privi di macchie, mentre nel 2019 siamo al momento a 102 giorni.
Secondo alcune teorie, in particolare dei fisici russi tra cui la dottoressa Zarkhova, il sole non si limita a presentare un ciclo undecennale, ma presenta dei cicli molto più lunghi, durante il quale si alternano fasi di grande attività del sole e fasi di attività ridotta al minimo, e noi siamo appena all’inizio di un lungo periodo di bassa attività, che potrebbe durare anche secoli.
La bassa attività solare, oltre a diminuire di una piccola percentuale la radiazione solare incidente, favorirebbe anche la formazione di una maggiore nuvolosità bassa, in grado di riflettere una percentuale consistente di tale radiazione verso lo spazio.
La conseguenza sarebbe un raffreddamento climatico.
Se questa teoria fosse vera, la terra invece che andare incontro al global warming potrebbe raffreddarsi in modo consistente nei prossimi decenni, o almeno si potrebbe ridurre notevolmente l’impatto del global warming per cause antropiche; la maggior parte degli studiosi del clima ritiene tuttavia tale teoria non fondata.