Continua il maltempo sull’Italia, derivante dall’azione di una profonda saccatura depressionaria che ha isolato un minimo barico a tutte le quote nei pressi del settore sud/occidentale alpino, fra Piemonte e Liguria.
La relativa sovrapposizione quasi perfetta dei minimi di pressione, alle varie quote, è segnale che la struttura ciclonica è giunta già alla fase culminante di massimo vigore, dunque destinata gradualmente ad attenuarsi d’intensità.
D’altronde, l’Anticiclone delle Azzorre, sempre disposto in posizione anomala lungo i meridiani sul vicino Atlantico, ha leggermente ruotato il proprio asse disponendolo in maniera obliqua, in direzione di mar di Norvegia e Penisola Scandinava.
Ciò ha parzialmente chiuso la porta all’alimentazione fredda delle correnti di natura artica, che da ora non daranno particolare supporto al nucleo depressionario, il quale non sarà dunque capace di spingersi maggiormente a sud, e raggiungere il cuore del Mediterraneo centrale.
L’occhio del Satellite evidenzia nuvolosità assai diffusa su tutto il territorio italiano, in movimento da sud-ovest verso nord-est, con impulsi d’instabilità che si presentano più attivi su tutto il centro-nord del Paese, ove sono in azione cellule temporalesche a carattere sparso, specie in queste ore più calde.
Non si segnalano fenomeni di particolare entità, anche se su molte zone (in primis Lazio e settori meridionali del Triveneto) i massimi perturbati sono attesi per queste prossime ore. Non sono previste precipitazioni comunque della portata simile a quelle che hanno determinato l’alluvione tra Mestre e Venezia, ove i picchi raggiunti sono stati pari a ben 300 millimetri in pochissime ore.
Le aree temporalesche in azione si manifestano più attive sui bacini marittimi, in particolare sul mar Ligure e sull’alto Adriatico. D’altronde, su gran parte delle aree di terraferma del centro-nord è mancato il riscaldamento diurno sia per lo scarso soleggiamento, che per gli effetti dell’aria più fredda sopraggiunta.
Le zone maggiormente interessate dalle precipitazioni subiscono in maniera più diretta l’impatto dell’aria fredda, presente in alta quota, la quale favorisce anche episodi grandinigeni, con la neve che cade in quota oltre i 1200/1400 metri d’altezza. E dunque gran parte delle regioni nord/occidentali stanno vivendo una giornata fredda per il periodo, con valori in qualche caso da record.
Spiccano le massime diurne appena poco sopra i 10 gradi sulla pianura piemontese, solo qualche grado in più sulla Lombardia. Ancor più sorprendenti i valori sulla Liguria, con appena 13 gradi a Capo Mele e 14 gradi a Genova. Per il capoluogo ligure potrebbe essere il valore più basso degli ultimi 50 anni, assieme a quello rilevato nel lontano 22 Settembre 1977.
Situazione termica assai diversa invece sul meridione d’Italia, ove sono in azione le correnti pre-frontali più temperate di provenienza afro-mediterranea. Anche oggi su Catania si sono superati i 30 gradi, con punte diffuse sulle restanti regioni meridionali fra i 26 ed i 28 gradi.
Alle medie-alte quote il settore frontale freddo più avanzato, collegato all’intera struttura depressionaria, ha superato il basso Adriatico, perdendo notevolmente d’intensità. Fra la sera di ieri e la notte scorsa era invece assai attivo muovendosi sempre lungo la disposizione del getto, sviluppando una lunga linea temporalesca dal canale di Sardegna verso il basso Tirreno.
La giornata odierna rappresenta l’apice della fase perturbata, come già accennato. Il nucleo ciclonico tenderà a portarsi gradualmente verso N/NE, con attenuazione perturbata già nel corso delle prossime 24 ore. Le zone interessate da maggiore instabilità saranno ancora i versanti centro-settentrionali tirrenici, oltre a gran parte del settore nord/orientale d’Italia.
Ciò sarà da ricondurre alla perdita di terreno dell’Anticiclone sulle nostre latitudini in corrispondenza del vicino Atlantico. L’Alta pressione tenderà dunque a coricarsi sui paralleli, disposto ad alte latitudini, fra Islanda e Russia, passando per la Penisola Scandinava.
Nel contempo, in aperto Atlantico si svilupperà, al posto dell’Anticiclone, un’onda depressionaria che gradualmente si approfondirà fin verso la Penisola Iberica: dapprima contribuirà al mantenimento di un flusso sud/occidentale su gran parte dell’Europa centro-meridionale, che favorirà l’allontanamento della goccia fredda ormai indebolita.
Nel seguito, la stessa onda depressionaria (cut-off in isolamento sull’Iberia) incentiverà una risposta più calda dell’Anticiclone di stampo sub-tropicale sul Mediterraneo centro-occidentale, che riporterà temperature non solo nella norma, ma persino nuovamente sopra le medie, nel giro di pochissimi giorni.
Continua il trend che vede l’alternanza di episodi estremi fin sul cuore del Mediterraneo, a causa dell’assenza del flusso regolatore zonale di natura atlantica, che normalmente dovrebbe caratterizzare il periodo, almeno su buona parte del Continente Europeo.