Sbalzi termici eclatanti rispetto alle prime settimane di febbraio: dopo il grande gelo, la primavera sembra davvero impaziente di salire alla ribalta, ma talvolta la fretta può anche essere cattiva consigliera. In un periodo contrassegnato da repentine variazioni meteorologiche, sarebbe davvero un grosso errore pensare che è giunto il tempo di cambiare guardaroba e mettere da parte gli abiti più pesanti solo perché avremo qualche giorno di particolare tepore. Appena due settimane fa gelo e neve imperversavano e, in questi saliscendi di temperatura così formidabili, il freddo invernale potrebbe tornare a pungere nelle prossime settimane: tutto ciò è l’essenza stessa della primavera e della sua dinamicità, la vera stranezza sarebbe se tutto ciò non accadesse.
La primavera non è certo fatta solamente di sole ed alberi in fiore, ma tutto ciò sono più che altro luoghi comuni da smentire: l’inizio effettivo della nuova stagione non si misura semplicemente col termometro e con la percezione dei primi caldi, che talvolta possono essere alquanto ingannevoli. Si dice che una rondine non fa primavera e d’altronde la stagione primaverile è molto altro: i primi piccoli cenni di cambio stagionale si sono già avuti alla fine della scorsa settimana, proprio in concomitanza dell’ingresso di una perturbazione a carattere freddo, che ha scalzato l’aria più mite. Si sono scatenati i primi temporali grandinigeni in qualche zona del Triveneto e dell’Emilia Romagna, rari per queste zone a fine febbraio e sintomo delle prime timide manifestazioni della nuova stagione.
Quella che sta per iniziare è la stagione caratteristica dei temporali diurni e di certo queste fasi di caldo anticipato possono aiutare ed accelerare il processo di transizione: alla fine della fase anticiclonica che probabilmente avverrà già sul finire dell’attuale settimana, potrebbero davvero scoppiare i primi temporali esaltati dal calore e dall’umidità, appena l’atmosfera diverrà più instabile. In genere i primi temporali degni di nota si verificano verso la fine di marzo e se invece dovessero anticipare così tanto, si potrebbe parlare a ragion veduta d’inizio primavera. Non solo caldo ed anticiclone come viene inteso in modo troppo semplicistico: più che bruciare le tappe, la primavera con gli eccessi termici rischia d’incappare semmai in una falsa partenza, se lo scenario di marzo dovesse poi bruscamente mutare.
Se l’anticiclone lascerà spazio, in prospettiva nemmeno così lontana, a fasi perturbate più turbolente con eventuali discese fredde, sarà solo l’altra faccia della primavera, quella meno celebrata, ma pur sempre pienamente caratteristica. Una svolta in questo senso sarebbe anzi doverosamente auspicabile, per poter porre fine all’anomalo contesto siccitoso che appare sempre più allarmante sulle regioni del Nord Italia, che risentono di un lunghissimo periodo con notevole penuria di precipitazioni. Nell’ultimo anno, a parte episodi alluvionali del tutto localizzati, solo il mese di luglio ha riservato precipitazioni sopra la norma. E la primavera 2012 potrebbe rappresentare un’occasione importante per porre fine a questo lungo periodo così secco.