Nonostante un maggio molto fresco (è stato il primo mese del 2014 che ha fatto registrare una lieve anomalia termica negativa, interrompendo la serie di ben 11 mesi consecutivi con temperature sopra la media), la primavera nel suo complesso è stata piuttosto calda sull’Italia, con temperature nel complesso un po’ ovunque più alte delle medie stagionali. In base ai dati dell’Istituto ISAC-CNR, il trimestre da marzo a maggio si è classificato quasi nella top ten, esattamente all’undicesimo posto fra i più caldi dal 1800 ad oggi, con un’anomalia termica pari a +1,11°C rispetto al trentennio 1971/2000. Va detto che ci sono state, anche di recente, stagioni primaverili decisamente più calde di quella di quest’anno, la quale rimane ad esempio ben lontana dalla caldissima primavera del 2007, la più calda in assoluto secondo le statistiche climatiche, che aveva fatto registrare un’anomalia di ben +2,11°C.
Entrando più nel dettaglio, il caldo primaverile più anomalo ha riguardato le regioni settentrionali dell’Italia, con anomalie superiori ad 1,5°C (in Piemonte la primavera 2014 è stata addirittura la più calda degli ultimi 57 anni). Viceversa, molto più contenuti sono invece risultati gli scarti dalla norma al Sud e sulle due Isole Maggiori, anche localmente inferiori al mezzo grado d’anomalia soprattutto in Sicilia, che è stata la regione dove l’andamento termico primaverile è stato quasi perfettamente in linea con il dato medio stagionale. Per quanto concerne le precipitazioni, la primavera è stata abbastanza in linea con la media: a livello nazionale si è registrato un deficit d’appena il 7% rispetto al dato stagionale del trentennio 1971/2000. In generale, comunque le maggiori precipitazioni rispetto alla norma si sono avute sulle regioni del Sud Italia, come si può apprezzare dalla mappa in basso.