Probabilmente la scarsa attività solare fa sentire i suoi effetti anche sul ciclo Nino – Nina, diminuendone fortemente le anomalie.
Stiamo parlando di quel riscaldamento delle acque equatoriali al largo del Perù, che, negli ultimi anni, è stato a lungo indicato come il principale responsabile di numerose anomalie climatiche in tutto il Mondo.
Una cosa è certa: il 1998 è stato l’anno più caldo da quando vengono monitorate le temperature globali, dal 1850 circa, e, contemporaneamente, è stato anche l’anno con la massima intensità del Nino mai raggiunta prima.
E numerose furono anche gli eventi climatici anomali a scala globale.
D’altro canto, l’intensa Nina dello scorso anno, è stata probabilmente la causa del gelido inverno Sudamericano, durante il quale si sono verificate storiche gelate e nevicate.
E sul Mediterraneo, quali sono gli effetti dei due fenomeni?
Statisticamente, un intenso Nino è associato ad un inverno prevalentemente mite sul nostro Paese, dominato da correnti occidentali e da anticiclone africano (come è successo nel mitissimo inverno 2006-07).
Spesso, il rafforzamento di questo anticiclone determina anche delle prolungate ondate di calore sul nostro Paese, anche nel corso della stagione estiva (vedi le Estati del 1983 o del 2003).
Nei casi della Nina, il clima è decisamente più freddo, talvolta con ondate di freddo invernale consistenti (come nel Gennaio 1985, nel dicembre 1996, o nell’inverno 2005-06), ma si possono verificare anche prolungati episodi di siccità invernale e primaverile sul Nord Italia (vedi, ad esempio, la siccità dei primi mesi del 1997 sul Nord Ovest).
Stavolta la scarsa attività solare sembra aver tolto “forza” ai due episodi, almeno nei prossimi mesi.
Lo schema di previsione del modello CFS ci mostra infatti, dopo il forte episodio di Nina degli scorsi mesi, un riscaldamento temporaneo delle acque equatoriali del Pacifico, con una fase di debole Nino che toccherà il suo massimo tra Agosto ed Ottobre.
Successivamente, da Dicembre in avanti, fino alla Primavera 2009, torneremo in fase di Nina, ma anch’essa piuttosto debole.
Anche i membri di ensemble concordano con questo tipo di previsione, che, tuttavia, non è mai sicura al 100%.
Nessun modello oceanico, infatti, aveva previsto un Nino 2006 ad evoluzione così intensa, né era stata prevista, al contrario, una Nina così forte durante lo scorso anno.
Con tutta probabilità, episodi così deboli (con anomalie inferiori al °C), non dovrebbero avere influenza sul clima Mediterraneo, che potrebbe quindi restare all’interno della sua normalità stagionale.