A distanza di poco più di dieci giorni dal precedente sisma di 8.2 con circa 100 vittime, un altro potente terremoto ha devastato il Messico. Stavolta l’epicentro si è andato a localizzare sulla terraferma, nella regione centrale di Puebla a 10 chilometri di profondità, e non in mare come era avvenuto nel precedente evento. Presumibile che vi sia stato un collegamento tra i due eventi, anche se gli esperti non confermano.
Crolli, panico tra le persone ed esplosioni in diverse città. Sono ormai almeno 216 le vittime accertate in tutto il Paese, ma resta un bilancio purtroppo provvisorio: 43 persone hanno perso la vita nello Stato di Puebla, 71 nello Stato di Morelos, 86 a Città del Messico, 12 nello Stato del Messico, 4 in quello di Guerrero e una in quello di Oaxaca.
Il terremoto, la cui magnitudo è stata stimata in 7.1, ha colpito alle ore 20:30 italiane del 19 settembre (le 13:30 locali) ed ha avuto un effetto devastante anche su Città del Messico, distante circa 120 chilometri dall’epicentro, dove il sisma ha scosso violentemente palazzi e abitazioni, provocando molti crolli. Nella capitale vivono oltre 20 milioni di persone e sono ben 26 i bambini rimasti vittime sotto le macerie di una scuola completamente crollata. I numeri delle persone morte e ferite sono quindi destinate, purtroppo, a salire.
Il traffico aereo verso l’aeroporto internazionale di Città del Messico è stato bloccato dopo il sisma. Quasi 4 milioni e 600mila tra case, negozi e altri edifici sono ancora senza elettricità in Messico, soprattutto nella Capitale. La forte scossa si è verificata proprio nel giorno in cui ricorreva il 32esimo anniversario del devastante terremoto del 1985, che distrusse la città causando fino a 9500 vittime. Paradossalmente, ha avuto luogo proprio oggi un’esercitazione antisismica. La scossa è stata avvertita in modo sensibile anche a Oaxaca, uno dei tre stati più colpiti, assieme a Ciapas e Tabasco, dalla scossa del 7 settembre.