Inizia a concretizzarsi quel cambiamento annunciato da diversi giorni, per il momento solo sull’Europa Centro-Settentrionale, ma i cui effetti si avvertiranno distintamente nei prossimi giorni anche sull’Italia, ove attualmente vige la presenza di un promontorio anticiclonico alimentato da masse d’aria caldo-umide di matrice afro-mediterranea.
L’immagine dal Satellite mostra chiaramente un ampio sistema perturbato, racchiuso in una spirale ciclonica centrata sul Mare del Nord e che ha raggiunto livelli di pressione particolarmente bassi a livello del mare, circa 984 hPa. La figura depressionaria sta convogliando aria piuttosto fresca ed instabile verso le Isole Britanniche (clima autunnale, a Dublino la temperatura massima non è andata oltre i 15 gradi), i Paesi Bassi, la Danimarca, parte della Francia e della Germania.
Poco più a sud scorre invece un flusso ben più tiepido ed umido occidentale, che coinvolge anche buona parte della nostra Paese. La fascia di confluenza fra le due differenti masse d’aria è ben racchiusa nella parte avanzata del sistema frontale che lentamente si approssima all’Arco Alpino. L’aria fresca andrà progressivamente ad addossarsi sui versanti settentrionali alpini, per poi valicare la catena montuosa solo fra circa 24 ore.
In attesa del cambiamento che, dal punto di vista termico, farà sentire i suoi effetti nel week-end, per il momento non resta che sottolineare la fase interlocutoria che stiamo trascorrendo, con il Centro-Sud della Penisola maggiormente protetto dal cuneo anticiclonico, mentre le regioni settentrionali risentono dell’attività umida periferica prefrontale legata al vortice depressionario centrato sul Nord Europa.
Questo flusso sud/occidentale ha portato nubi scarse irregolari, ma con rovesci che sono risultati più significativi solo su alcune ristrette zone della fascia alpina. Sulle rimanenti zone del Nord i fenomeni sono risultati molto più sporadici e di scarsa entità; qualche precipitazione è giunta a toccare anche la Liguria, la Toscana e le Marche. Queste nubi non hanno inciso troppo sull’andamento termico, persiste soprattutto l’afa a causa dell’umidità apportata da questo flusso sud/occidentali. I valori più elevati (punte di 35-36 gradi) si sono raggiunti al Sud e sulle Isole, ma anche sui litorali adriatici di Romagna e Marche, a causa di venti di favonio in discesa dall’Appennino.
Il flusso perturbato proverà a rompere gli indugi già nelle prossime ore, addossandosi maggiormente sull’Arco Alpino e favorendo il maggiore approfondimento di un minimo orografico sottovento, tra il Mar Ligure e l’Alto Tirreno. Questo minimo orografico rafforzerà il flusso umido ed instabile anche su talune zone centrali tirreniche, ove potrebbero originarsi brevi piovaschi. Ricordiamo che l’ingresso della parte più corposa della perturbazione non avverrà grazie anche alla protezione della barriera alpina, ma in compenso riuscirà a penetrare aria decisamente più fresca.