Un inverno da record non è bastato per rimanere nella norma. Il 2004 ad Amundsen-Scott, la base americana al Polo Sud geografico, si è chiuso con una temperatura media di -49,3 °C: poco al di sopra della media pluriennale fissata dalla British Antarctic Survey (-49,5 °C), ma di un buon mezzo grado più alta di quella fatta segnare nell’ultimo decennio.
Analizzando in prospettiva storica gli andamenti annuali, il decennio attuale è il più freddo dall’inizio delle rilevazioni. Si nota inoltre una costante progressione verso il basso, che ha subito una decisa accelerazione a metà degli anni Ottanta. Di seguito si ripropone lo schema aggiornato delle temperature medie decennali (il riepilogo fissato al 2003 si può leggere in www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8418), con l’avvertenza che la temperatura media annua del 1957, che la British Antarctic Survey non computa in quanto gennaio è incompleto, è stata inserita col valore di -48,7 °C, ottenuto estrapolando per gennaio la media del trentennio 1958-’87, pari a -27,9 °C. Per quanto opinabile nel metodo, quest’ultimo dato non dovrebbe scostarsi eccessivamente da quello reale, poiché il gennaio 1957 (di cui si dispongono le misure a partire dal giorno 11) fa segnare -28,0 °C secondo gli standard dell’Antarctic Meteorological Research Center (Università di Madison), e -28,3 °C secondo quelli della British Antarctic Survey.
1957-’66 -49,29 °C
1967-’76 -49,36 °C
1977-’86 -49,39 °C
1987-’96 -49,57 °C
1997-2004 -49,80 °C
Come già rilevato altrove però (www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10038) dal 2002-’03 la tendenza fredda (pessimum) al Polo Sud sembra entrata in una fase di stallo. L’apice di questo processo si è infatti realizzato nel 1993-2001, quando la media annua ha fatto segnare -50,07 °C, per portarsi poi, nel triennio successivo (2002-’04) a -48,97 °C. Una risalita di 1,10 °C è un fatto enorme in una media annua.
Tali considerazioni vanno però prese con grandi cautele: tre anni sono pochi per definire un trend o per parlare con sicurezza di una nuova fase (optimum): va preso atto che l’andamento è questo, molto differenziato sotto il profilo stagionale (i mesi centrali dell’inverno, giugno e luglio in particolare, sono in un deciso e perdurante pessimum), ma nessuno può dire quali saranno gli esisti futuri. Qualche risposta in più forse potrà venire dall’analisi delle altre stazioni, specie dell’Antartide orientale.