L’ondata di calore, a dispetto di quanto si potesse ipotizzare agli albori, sta assumendo caratteristiche di persistenza. E le tendenze a lungo termine non sono certo incoraggianti, o perlomeno, non per tutti. Ben presto giungerà in Italia l’Anticiclone africano e i picchi di caldo si propagheranno anche al Sud, e nelle Isole. Non che ora faccia fresco, intendiamoci, ma di certo questo primo step ha posto sugli scudi regioni Settentrionali e Centrali tirreniche. Calura che nei giorni è divenuta afosa e non c’è peggior cosa dell’afa.
Tra oggi e domani si avrà una ulteriore accentuazione, le zone succitate potranno vedere il termometro raggiungere i 35/36 gradi e se non fosse per l’elevato tenore d’umidità sarebbe stato un caldo sopportabile. C’è però da dire che quando è l’Alta delle Azzorre a dettar legge, anche indugiando per più giorni è difficile che si raggiungano i valori di questi ultimi giorni. Da metà settimana ha iniziato a fluire, all’interno della struttura stabilizzante, aria calda dal nord Africa. Il grosso del potenziale è fermo in prossimità della Penisola Iberica, ma è soltanto in attesa dell’innesco che lo farà esplodere sulle nostre regioni.
La miccia verrà accesa da un abbassamento in latitudine delle perturbazioni atlantiche, che andranno a insinuarsi laddove non dovrebbero. O meglio, laddove non vorremmo. Forse non v’è necessità di indicarvi il luogo, ma per chi non fosse avvezzo con le dinamiche meteorologiche, diamo cenno al fatto che un’area di Bassa Pressione in vicinanza del Portogallo non fa altro che sostenere una spinta verso nord dell’Alta Pressione Africana.
E’ quel che accadrà nei giorni a venire, agli inizi della nuova settimana. Prima però avremo tempo d’apprezzare una lieve incrinazione anticiclonica sul suo lato debole: quello orientale. Il motivo? La presenza di un piccolo nucleo d’aria fresca sull’Europa dell’est, che invierà a ponente un avamposto destabilizzante. E’ per questa ragione che tra domenica e lunedì – e localmente sin da stanotte – si vedrà crescere l’attività temporalesca nelle regioni del Triveneto. Temporali in qualche modo rinfrescanti, che avranno l’onere di far calare di qualche grado le temperature massime. In particolare lunedì, perché la giornata d’avvio settimana sarà quella che tra Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna vedrà formarsi dei temporali già al mattino.
Temporali che stavolta non si limiteranno soltanto alle montagne, anzi, è probabile che interessino in maggior misura le zone pedemontane e quelle pianeggianti. Vi starete chiedendo se l’instabilità riuscirà a propagarsi anche al Nordovest, o magari al Centro Italia. La risposta è la seguente: in parte. Nei giorni indicati si avranno più temporali in montagna: Alpi, Prealpi e Appennino Centro Settentrionale. Per quel che concerne Lombardia e Piemonte, probabile che qualche episodio riesca ad estendersi anche alle aree pianeggianti.
Alla luce di quanto esposto, probabilmente, qualcuno sarebbe portato a credere che stia per realizzarsi un cambiamento. Se così fosse si incamminerebbe in un vicolo cieco. Perché martedì, a dispetto delle apparenze, quella piccola goccia fredda iberica spingerà verso noi il baluardo africano. Col suo carico di caldo ed afa. Temperature in risalita su Isole e al Sud, ove si potranno raggiungere localmente i 37/38 gradi. Calura assai sostenuta anche nelle zone interne e pianeggianti delle Centrali tirreniche e non andrà certo meglio in Val Padana. La colonnina di mercurio potrebbe rialzarsi, soprattutto tra martedì e mercoledì, quando non è escluso che possa toccare nuovamente i 35/36 gradi. Tra l’altro i temporali passati andrebbero a lasciare in dote una certa umidità, così che l’afa si riproporrebbe più vivace che mai.
Cesseranno gli episodi instabili? Non del tutto. Le zone alpine dovrebbero essere soggette ad altre manifestazioni temporalesche e venerdì non è da escludere un’accentuazione dell’instabilità al Nordovest. La causa sarebbe imputabile a qualche spiffero d’aria umida di origine atlantica, segno evidente che le perturbazioni potrebbero forzare l’Anticiclone sul suo lato settentrionale. Un tentativo che andrebbe ad assumere maggiore consistenza nei giorni successivi, ma considerando l’arco temporale assai ampio, è meglio fermarsi qui e dirottarvi ai successivi aggiornamenti.