Si sta facendo sentire il vento del cambiamento in Europa: l’attuale disposizione della vasta saccatura perturbata ha infatti pilotato correnti d’estrazione artico-marittima e quindi particolarmente rigida soprattutto alle quote superiori della troposfera. Il raffreddamento è comunque evidente, anche se il vero gelo è confinato solo sull’Islanda e sulle zone più settentrionali della Scandinavia. Le temperature sono ulteriormente calate soprattutto sulla Germania, con rovesci di pioggia misti a neve fino a bassa quota che hanno coinvolto Stoccarda e la Baviera.
L’aria fredda ed instabile ha dato luogo ad una vivace instabilità, come possiamo notare dalla scia di nubi a chiazze tondeggianti con addirittura rovesci localmente a sfondo temporalesco tra Olanda e Germania. Ai margini di questa circolazione nord-atlantica, che occupa una vasta porzione del’Europa, resta essenzialmente la Penisola Iberica, protetta efficacemente dal lembo orientale del’anticiclone delle Azzorre, che troverà modo di crearsi ancora più spazio per espandersi ulteriormente verso levante nel corso dei prossimi giorni.
L’addossamento di queste masse d’aria fredda verso i contrafforti alpini ha esaltato l’effetto stau, con precipitazioni nevose copiose sui versanti esteri fino alle vallate di confine della Valle d’Aosta, dove si sono più facilmente intrufolate le bufere di neve. Appena più a sud ha invece prevalso l’effetto foehn, con cieli liberi da nubi su tutto il Nord ed aria trasparente: finalmente su tutta la Val Padana il rimescolamento dell’aria è avvenuto, con le dense fosche e le nebbie che si sono dissolte. Diverso lo scenario al Centro-Sud e sulle due Isole Maggiori, dove l’incanalamento delle correnti nord-occidentali ha alimentato la convergenza di masse d’aria diverse e l’azione di un debole impulso instabile, che si sta localizzando verso le regioni meridionali, soprattutto quelle del versante tirrenico.