Nel periodo invernale, quando le temperature all’interno delle nubi si mostrano costantemente intorno agli 0° C, può originarsi pioggia allo stato sopraffuso pronta a solidificarsi appena incontra uno strato d’aria molto più fredda o solamente la superficie del terreno nettamente rappresentata da valori termici inferiori rispetto ai bassi strati sovrastanti con temperature positive.
Il suolo, quindi un solido, ha le capacità fisiche di perdere molto più calore di una sostanza composta da gas (aria).
Questo tipo di precipitazione, molto frequente nelle zone continentali dell’Europa centrale e del Canada, viene comunemente definita come pioggia congelatasi (verglassant). Fenomeno tipico dei mesi pre o tardo invernali.
Nel caso che detta precipitazione si trasformi in ghiaccio prima di raggiungere il terreno, assorbendo un notevole quantità d’aria, la meteora viene comunemente chiamata come rovesci di granuli di ghiaccio (grésil) o nevischio.
Questi agglomerati solidi si presentano con un diametro inferiore a 5 mm e tendono a rimbalzare a contatto con il suolo frantumandosi.
Precipitazione completamente differente dalla manifestazioni di grandini che presentano dimensioni molto più grandi e che scaturiscono da nubi con alto sviluppo verticale.
Il nevischio, pertanto, si forma attraverso nubi in grado di “fornire” pioggia, a condizioni che nei sub strati l’aria presenti valori negativi o prossimi allo zero.
Cosa cambia quando questo processo di solidificazione avviene al suolo?
Quando la pioggia la cui temperatura si presenta prossima allo zero, cadendo su un suolo molto più freddo tende a frantumarsi ed immediatamente a contatto con la terra (con temperatura inferiore allo zero), viene a creare una sorta di pellicola ghiacciata.
Questo tipo di fenomeno viene ritenuto uno dei più rischiosi per la circolazione stradale, sia per lo spostamento delle persone. In effetti l’occhio percepisce una strato bagnato, mentre osserva la pioggia cadere. Nulla di più “depistante”! Il suolo è una lastra solida e scivolosa di ghiaccio tale da causare gravi incidenti sino ad arrivare alla rottura di rami ed in alcuni casi danneggiare linee elettriche.
Molte allerte, forse più gravi di quelle della neve, vengono date puntualmente nei Paesi ove questo fenomeno è più frequente.
In molti casi quando la pioggia sopraffusa è accompagnata da forti raffiche di vento il ghiaccio che si forma può rivestire totalmente strutture anche architettoniche.
Uno dei casi più significativi fu registrato nel mese di dicembre del ’99 nello stato del Connecticut (USA), ove questo “verglas” ricoprì gli alberi per oltre un mese. I danni e gli incidenti furono ingentissimi.
Nella nostra Penisola, data la scarsa continentalità che essa riveste, tale fenomeno è meno frequente e relegato principalmente alle regioni Padane.
Questo è un rischio che non agisce solo sulla natura, ma anche sugli aerei, cambiandone il profilo aerodinamico attraverso un notevole appesantimento della struttura alare e dello stesso scafo. In Francia sono molto frequenti delle sospensioni totali dei voli per detto fenomeno.