Spettacolari paesaggi andini, misteriosi templi delle civiltà precolombiane, una foresta pluviale che ricopre metà del territorio (dove Maranon e Uyacali si uniscono a formare il Rio delle Amazzoni), città dallo charme coloniale. Questo è un riassunto di quanto offre questo straordinario paese.
A Cusco rovine imperiali e architetture coloniali si fondono. Capitale archeologica del Sudamerica, è la città più visitata del Perù, anche perché punto di partenza verso i siti più spettacolari della civiltà inca. Centro cittadino è Plaza de Armas, con la Cattedrale e le Chiese di Jesus Maria, El Triunfo e La Compaña a fare da scenografia, spettacolari esempi degli edifici religiosi barocchi che punteggiano la città (citiamo le Chiese della Merced, di San Francisco e di Santo Domingo, costruita sulle rovine del tempio inca di Coricancha). Fanno da cornice alla città 4 siti incaici: Tambo Machayo, il forte di Puca Pucara, la roccia scolpita di Qenko e la fortezza di Sachsahuaman, cardine del sistema difensivo della città inca.
Da Cusco, attraverso gli spettacolari paesaggi della Valle Sacra, uno splendido itinerario percorre il cuore dell’impero inca raggiungendo in treno Machu Picchu, uno dei siti archeologici più famosi del mondo. Dopo uno spettacolare zigzag (il convoglio supera 4 rampe procedendo alternativamente a marcia avanti e indietro) si supera Pisac, dove una salita conduce alla fortezza inca abbarbicata su uno sperone di roccia, quindi si arriva a Urubamba, sul fiume omonimo, da cui in 30 minuti si sale alle saline di Maras, già utilizzate dagli Incas. Scesi ad Aguas Calientes, un villaggio “concentrato artificiale” del Perù, con un groviglio di bancarelle che vendono paccottiglia sulle cui origini “andine” non c’è da giurare e costruzioni sorte troppo rapidamente con lo sviluppo turistico, la salita a Machu Picchu conviene farla con il primo bus del mattino, per godere del sorgere del sole sulla cittadella in una situazione di relativa calma, essendo ogni giorno migliaia i turisti che affollano il sito, scoperto nel fitto della vegetazione tropicale nel 1911 dallo statunitense Bingham. Machu Picchu è raggiungibile anche a piedi da Cusco, lungo i 33 km del battutissimo Inca Trail.
Arequipa, la “città bianca”, così chiamata per la pietra chiara utilizzata per le sue costruzioni, attira i turisti soprattutto per il Monasterio de Santa Catalina, capolavoro di architettura coloniale. Tra le chiese cittadine la più bella è quella della Compaña. Non lontano da Arequipa il Canyon del Colca, uno dei più profondi del mondo, incassato tra terrazzamenti precolombiani per più di 100 km di lunghezza.
Nel deserto costiero le celebri linee di Nazca sono un mistero su cui archeologici, storici e appassionati di ufologia si sono accapigliati per decenni. Secondo Maria Reiche, la più importante studiosa (deceduta da qualche anno) delle linee, si tratta di un gigantesco calendario astronomico invisibile da terra. Per vederle occorre rivolgersi a una delle compagnie aeree locali, che effettuano sorvoli con piccoli velivoli.
Ayacucho, sull’altopiano a NW di Cusco, è stata per decenni la roccaforte dei guerriglieri di Sendero Luminoso, che hanno contribuito a renderla più remota e inaccessibile. La città conserva l’aspetto che le dettero gli spagnoli nel 1539, con chiese e palazzi in stile coloniale che si affollano nella zona intorno a Plaza de Armas, dominata dalla Cattedrale. Venti chilometri a nord, le rovine di Wari sono quelle della capitale dell’impero che dominò la zona 500 anni prima degli Incas.
Lima conserva poco del fascino di quando era una delle più belle città coloniali. Rumorosa, inquinata, caotica, custodisce il patrimonio del suo passato nel centro storico, Patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco. Nella Cattedrale è la tomba di Pizarro, fondatore della città nel 1535. Notevole il vicino convento di San Francisco.
Huaraz, devastata da numerosi terremoti, è frequentata come base per escursioni in montagna, trovandosi nella valle del Rio Santa, tra la Cordillera Blanca a est e quella Negra a ovest. La prima è la catena montuosa tropicale più alta del mondo. Di grande bellezza, anch’essa Patrimonio dell’Umanità, Parco Nazionale dal 1975, vanta circa 50 cime oltre i 6000 metri. La vetta più alta, lo Huascaran, è stato raggiunto nel 1932 da una squadra austro-tedesca diretta da Erwin Schneider, mentre i “Ragni di Lecco”, nel 1975, hanno salito per primi la ghiacciata parete sudovest dell’Alpamayo, secondo alcune riviste del settore “la montagna più bella del mondo”. Memorabile la prima in solitaria della parete sud dello Huascaran, realizzata da Renato Casarotto nel 1977. Cime a parte, questo è un mondo di paesaggi stupendi, con quasi 300 laghetti glaciali, e ragazzini che, lungo gli impervi sentieri di alta quota, offrono ai viandanti stremati “chocolate, coramina, coca”, i tre rimedi più diffusi contro il soroche (mal di montagna), ed è proprio “quella” coca, fonte ancora importante per l’economia peruviana, consumata abitualmente dai locali sia masticandone le foglie, sia bevendone le foglie in infusione (il famoso “mate de coca”).
Capitale dell’Amazzonia peruviana è Iquitos, nata come missione gesuita e prosperata nell’800 con il boom della gomma (simbolo di quel periodo d’oro è la Casa di Ferro, disegnata da Eiffel, acquistata a Parigi nel 1889 da Anselmo del Aguila, smontata pezzo per pezzo e da lui fatta rimontare a Iquitos, dove si rivelò però climaticamente inabitabile, provate a pensare a una costruzione in ferro nel calore dell’Amazzonia!), oggi frequentata come base per escursioni. Da segnalare soprattutto quella in battello nella relativamente vicina Riserva Nazionale Pacaya-Samiria (oltre due milioni di ettari), vasta area di foresta pluviale con fauna e flora esuberanti.
Alcuni dei numerosi siti Internet dove si trovano informazioni e notizie sul paese: www.peru.org.pe, www.peru-explorer.com, www.visitingperu.net, www.perucusco.info (gli ultimi due in italiano).