Partiamo col viaggio intorno al mondo per i nuovi “Meteo Highlights”, gli estremi del clima regitrati dalle stazioni del circuito SYNOP.
9 gennaio
Come spesso accade diversi record di giornata appartengono al grandissimo continente asiatico, che andando dalla terre artiche russe, fino agli arcipelaghi a cavallo dell’equatore, gode di climi completamente differenti da una parte all’altra dei suoi estremi geografici.
Se Ojmjakon si conferma ancora una volta come località dove si registra la temperatura più bassa (-55.8°C), come località con la temperatura massima meno elevata troviamo una novità, rappresentata da Curapca, dove il termometro non ha superato i -49.9°C.
Sempre elevatissima la pressione nella mongola Tosontsengel che segna un valore di 1067.6 hPa. E’ europeo invece il record per la pressione più bassa, pari a 971.8 hPa nella russa Vytegra.
La “reginetta” del caldo si conferma una località australiana, ma anche in questo caso abbiamo una “new entry”: a Nullagine si sono raggiunti i +45.6°C.
Il Sud America si ritaglia il suo spazio, grazie alla boliviana Yacuiba, dove sono caduti 137.3 mm di pioggia.
Infine il vento: a Base Marambio (Antartide) ha soffiato fino a 70 nodi.
10 gennaio
Si riscalda la Siberia: nessuna località raggiunge i -50°C, la più fredda, Curapca (di nuovo lei) si ferma a -49.9°C. Suona a beffa per Verhojansk (-49.2°C), una volta tanto che era riuscita a sopravanzare Ojmjakon (-48.2°C), ma si rifà risultando la località con la massima più bassa, pari a -48.1°C.
Contemporaneamente si raffredda il Nord America, ma i -45°C di Bettles (Alaska) per ora non impensieriscono le regine del freddo asiatiche.
Anche per il titolo di continente con la località più calda l’Africa prova ad insidiare l’Australia, ma i +43.7°C raggiunti nella sudafricana Henkries, non sono sufficienti, visti i +45.6°C di Marble Bar e i +45.5°C di Leinster.
Nel sud est asiatico invece le piogge raramente concedono una tregua. Così Suragao (Filippine) con 101.4 mm e Palembang (Sumatra – Indonesia) con 100 mm risultano le due località più piovose del pianeta.
Minimi pressori ancora ad appannaggio del continente europeo, grazie ai 970.7 hPa misurati nel Fiordo di Sklinna, massimi nella ormai a noi nota mongola Ulaan-Gom (1065.5 hPa).
11 gennaio
Una nuova “Guerra Fredda”, sicuramente molto meno preoccupante di quella in atto fino ad una ventina di anni fa, si è scatenata tra Russia e Stati Uniti. La Russia grazie ai -49.3°C raggiunti a Kazachinsk riesce a rintuzzare gli attacchi delle truppe a stelle e strisce, che hanno nell’Alaska la loro arma migliore. A Bettles si raggiungono infatti i -48.9°C, ma ancor più eclatante è che non si è andati sopra i -47.2°C, vincendo così almeno la battaglia della massima più bassa. Caporetto per Ojmjakon con estremi di -36.7/-33.5°C.
Sempre impressionanti i valori barici in Mongolia, che raggiungono i 1070.1 hPa nella solita Ulaan-Gom, mentre a Stornoway, nelle Isole Ebridi (Gran Bretagna) si registra il valore di 962.2 hPa e la differenza tra la pressione più alta e quella più bassa supera così i 100 hPa.
E’ sempre australiana la località più calda: a Nullagine si raggiungono i +46.3°C, mentre a Northern Endeavour la minima non scende sotto i +29.7°C.
Burrascosa Tbilisi, la capitale della Georgia, dove il vento da nord ovest ha soffiato con raffiche fino ad 87 nodi (circa 160 km/h).
12 gennaio
Il sorpasso era nell’aria ed è arrivato col 12 gennaio, però non ad opera degli USA bensì del Canada, grazie a Dawson, nei Territori dello Yukon, che raggiunge una minima di -49.4°C. In Siberia torna ad essere Ojmjakon la località più fredda, che sotto una bruma ghiacciata con anche qualche centimetro di neve di accumulo al suolo, fa registrare estremi di -45.6/-42.5°C.
Si approfondisce ancora la depressione nord atlantica e a Svinoy in Norvegia la pressione, sempre ricordiamo normalizzata a livello del mare, viene misurata a 961.2 hPa. In lieve decremento invece i massimi dell’anticiclone sul continente asiatico che scendono sotto i 1070 hPa fermandosi ai 1068 hPa di Tosontsengel.
Marble Bar è un altro nome che sta diventando familiare: la località australiana è nuovamente la più calda del pianeta, o più esattamente la più calda tra quelle che aderiscono al circuito synop, grazie ai 46.5°C ivi registrati. Ricorrendo spesso nei nostri “meteo highlights” potrebbe essere venuta la curiosità di sapere esattamente dove si trova questa cittadina dal clima non particolarmente confortevole. Essa si trova nell’Australia nord occidentale, sul bordo di nord ovest del Gran Deserto Sabbioso e a circa 200 km di distanza dall’Oceano Indiano.
In Oceania l’arcipelago delle Caroline ha visto cadere notevoli quantità di pioggia. La località più colpita è stata Lelu con 116.3 mm di accumulo.
La stazione posta esattamente al Polo Sud ha segnato una massima di -20.3°C: i -20°C sono una soglia che raramente viene superata al limite meridionale del globo.
13 gennaio
Dawson scende sotto i -50 gradi, raggiunge esattamente i -51.1°C e si conferma località più fredda del pianeta. Addirittura la massima raggiunta nella cittadina canadese, pari a -47.4°C, è inferiore alla temperatura in assoluto più bassa registrata in Siberia, vale dire ai -47.2°C di Ojmjakon.
L’Europa finora non può competere con Asia e Nord America in quanto a freddo, la Lapponia e l’artico russo stanno vivendo un inverno mitissimo (in rapporto alla consuetudine), però si rifà grazie alle poderose depressioni nord atlantiche che sono causa dei forti venti di tempesta che flagellano il nord del continente. A Vestmannaeyjar in Islanda il vento sostenuto (media su 10 minuti) ha raggiunto i 64 nodi, circa 118 km/h.
Marble Bar passa lo scettro alla “sorella” Nullagine che con 46.2°C risulta la località più calda del pianeta. Nullagine si trova una settantina di km più a sud rispetto a Marble Bar.
Dall’Africa raramente giungono dati eclatanti, alcune regioni che potrebbero fornire spunti interessanti riguardo il caldo come la Dancalia, sono prive di stazioni meteo. Così segnaliamo almeno gli 82 mm di pioggia di Praslin e i 50 di Mahe, entrambe nelle Seychelles.
Dal grande gelo al caldo estivo in una stessa nazione. Gli Stati Uniti, pur tralasciando le Hawaii, hanno la particolarità di avere nella Florida uno stato dove, nella sua parte più meridionale, è quasi sempre estate. Tra la temperatura minima di Bettles (Alaska) e la massima di Orlando (Florida appunto) la differenza è stata di ben 76.3°C.
L’unica altra nazione al mondo che può vantare una varietà climatica simile (ma forse non pari) a quella degli USA è la Cina. Qui però durante la giornata del 13 gennaio la differenza tra la temperatura minima di Bayanbulak e la massima di Sanhu Dao è stata di “appena” 61.7°C.
14 gennaio
Dawson con -49.6°C si conferma località più fredda del pianeta, mentre in Siberia prevale Tompo che raggiunge i -46.4°C.
Con +46.5°C è invece Marree la località più calda. Marree si trova nell’Australia meridionale, non lontana dalle sponde del Lago Eyre, lago che si trova sotto il livello del mare. Marble Bar si rifà però con la minima più elevata, pari a +30.5°C.
All’argentina Base Orcadas, nelle subantartiche Isole Orcadi Australi, la pressione più bassa misurata, pari a 955.4 hPa. Insieme al freddo diminuiscono anche i valori pressori nel continente asiatico: sempre in Mongolia i massimi dell’anticiclone scesi però a 1056.8 hPa.
15 gennaio
Bolivia alle prese con forti temporali che scaricano su Ascension Guarayos ben 172.2 mm di pioggia; piovisissima anche Choshi in Giappone, non distante da Tokyo, dove ne cadono 144 mm.
Ojmjakon con -49.6°C riacquista lo scettro di località più fredda del pianeta, la precedente detentrice del “trofeo”, la canadese Dawson, si ferma a -44.0°C. In Nord America la più fredda diventa Old Crow con -48.5°C.
Nonostante non raggiunga i +45°C, l’Australia grazie alla ormai nota Marble Bar (+44.2°C), mantiene lo scettro di continente più caldo. A Telfer, cittadina che si trova non tanto distante da Marble Bar ma un po’ più ad est, invece la minima non scende sotto i +30.8°C.