La prima cosa straordinaria è che in appena 48 ore si è passati da quella che inizialmente era considerata una innocente tempesta tropicale all’uragano più potente mai registrato nel Pacifico nord-orientale. Non siamo noi a dirlo, ma alcuni parametri che identificano il Ciclone.
A seguito delle rilevazioni effettuate dal velivolo cacciatore di uragani della NOAA, è stato stilato il seguente bollettino (il n° 14):
“l’intensità dei venti, sulla base delle rilevazioni alla quota di volo 700 hPa e delle registrazioni effettuate dagli strumenti SFMR, è vicino a 175 nodi (venti sostenuti pari a 324 km/h). Ciò rende l’uragano Patricia il più intenso dall’inizio delle rilevazioni nel settore analizzato (ADR) dal National Hurricane Center. Settore che comprende i bacini dell’Atlantico e del Pacifico nord-orientale. Anche la pressione misurata nell’occhio del ciclone era da record: 880 hPa”.
Un altro paragone che ci può aiutare a capire quanto sia intenso questo uragano è che risulta persino più forte del Super Tifone “Haiyan” che colpì le Filippine all’inizio di novembre 2013, causando un enorme disastro umanitario. Secondo alcuni, ma i dati sono ancora in fase di attenta valutazione, Patricia potrebbe risultare addirittura il ciclone tropicale più intenso mai registrato.
Il rapporto tra Patricia e El Niño, dicono gli studiosi, è imprescindibile: la temperatura superficiale nel tratto d’Oceano dove Patricia ha raggiunto la massima potenza sono 2/3°C al di sopra della norma, il che dà un’idea dell’enorme quantità d’energia a disposizione del Ciclone.