Il Parco Nazionale d’Abruzzo, di recente divenuto Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è uno dei parchi italiani storici ed ha avuto un ruolo fondamentale nella conservazione di alcune delle specie più importanti della grande fauna italiana, quali l’orso bruno marsicano, che, peraltro, non è facile da incontrare (nel parco ne esistono un centinaio di esemplari), il camoscio d’Abruzzo e il lupo, anch’esso non facilmente visibile (attualmente sono presenti almeno 40 lupi).
Diverse sono le vie d’accesso al Parco, una delle quali, è la SS 83 (casello di Pescina della A 25 Roma-Pescara), che dopo aver costeggiato la parte settentrionale della piana del Fucino, si avvia verso l’area che precede il Parco, toccando Gioia dei Marsi e salendo in quota. Da Gioia Vecchio si entra nel parco, toccando i 1391 m del rifugio del Diavolo, per ridiscendere ai 1167 m di Pescasseroli, “capitale” e porta del Parco.
Il territorio del parco è coperto per due terzi da faggete che costituiscono una delle maggiori estensioni continue di tutto l’Appennino. Al di sopra della faggeta, le pietraie di alta quota ospitano formazioni di pino mugo, rarissimo sull’Appennino, e una quantità di specie legate a questi ambienti estremi, spesso relitti della vegetazione dei periodi glaciali.
Ecco come si presenta il paesaggio appena entrati da Gioia Vecchio nel parco Nazionale
Paesaggio che si ammira percorrendo la strada Marsicana da Pescasséroli ad Opi
Uno scorcio della Val Fondillo
Il Monte Morsicano, riserva integrale, visto dalla Val Fondillo
La Camosciara che si distingue per il suo aspetto e per la struttura dolomitica. L’impressione è di sentirsi avvolti dall’incantevole anfiteatro dolomitico delle montagne poste a semicerchio quasi a voler isolare il visitatore dai rumori circostanti che provengono dalla S.S. Marsicana.
Testi e foto di Sandra Gobbetti
Pubblicato da Redazione MeteoGiornale
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, di recente divenuto Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è uno dei parchi italiani storici ed ha avuto un ruolo fondamentale nella conservazione di alcune delle specie più importanti della grande fauna italiana, quali l’orso bruno marsicano, che, peraltro, non è facile da incontrare (nel parco ne esistono un centinaio di esemplari), il camoscio d’Abruzzo e il lupo, anch’esso non facilmente visibile (attualmente sono presenti almeno 40 lupi). Diverse sono le vie d’accesso al Parco, una delle quali, è la SS 83 (casello di Pescina della A 25 Roma-Pescara), che dopo aver costeggiato la parte settentrionale della piana del Fucino, si avvia verso l’area che precede il Parco, toccando Gioia dei Marsi e salendo in quota. Da Gioia Vecchio si entra nel parco, toccando i 1391 m del rifugio del Diavolo, per ridiscendere ai 1167 m di Pescasseroli, “capitale” e porta del Parco. Il territorio del parco è coperto per due terzi da faggete che costituiscono una delle maggiori estensioni continue di tutto l’Appennino. Al di sopra della faggeta, le pietraie di alta quota ospitano formazioni di pino mugo, rarissimo sull’Appennino, e una quantità di specie legate a questi ambienti estremi, spesso relitti della vegetazione dei periodi glaciali. Ecco come si presenta il paesaggio appena entrati da Gioia Vecchio nel parco Nazionale Paesaggio che si ammira percorrendo la strada Marsicana da Pescasséroli ad Opi Uno scorcio della Val Fondillo Il Monte Morsicano, riserva integrale, visto dalla Val Fondillo La Camosciara che si distingue per il suo aspetto e per la struttura dolomitica. L’impressione è di sentirsi avvolti dall’incantevole anfiteatro dolomitico delle montagne poste a semicerchio quasi a voler isolare il visitatore dai rumori circostanti che provengono dalla S.S. Marsicana. Testi e foto di Sandra Gobbetti Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Redazione MeteoGiornale Inizio Pagina