Tutti sappiamo quanto l’ozono sia prezioso in quella zona dell’atmosfera detta ” stratosfera”, in quanto impedisce di far passare i raggi solari pericolosi per la nostra salute. Non si può dire certo la stessa cosa per la presenza di questo gas negli strati inferiori dell’atmosfera: l’inquinamento da ozono, pur meno noto di quello legato alle polveri sottili (PM10), costituisce un problema allarmante, se si considera che causa su tutta l’Europa ben 14 mila ricoveri ogni anno per malanni respiratori.
I mesi estivi sono quelli in cui questo inquinante (non prodotto o emesso direttamente) è maggiormente presente nell’aria che respiriamo: questo gas si genera infatti più facilmente in condizioni nelle quali vengono a combinarsi inquinamento (soprattutto il monossido di carbonio), assenza di vento e temperature elevate. Tutti questi fattori sommati insieme causano delle reazioni fotochimiche favorevoli al ristagno dell’ozono, in particolare nelle grandi aree urbane. Stando ai dati diffusi dall’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), l’estate del 2010, durante il periodo compreso fra il 24 giugno e il 22 luglio, ha fatto registrare il maggior numero di sforamenti dei livelli di guardia previsti dalla direttiva comunitaria in materia.
Nessuno degli Stati membri è stato capace di rispettare i limiti fissati al fine di proteggere la popolazione dagli effetti nocivi a lungo termine di questo gas (che corrispondono a una media giornaliera di 120 microgrammi di ozono per metro cubo di aria, da non superare per più di 25 giorni all’anno). Ma i Paesi che affacciano sul Mediterraneo sono le aree in cui si sono riscontrati i problemi maggiori: secondo il rapporto dell’Agenzia Europea spetta proprio all’Italia il poco invidiabile primato di nazione che superato maggiormente il limite di giorni in cui si è oltrepassata la soglia d’ozono, più del doppio del consentito.
In tutti i capoluoghi dell’Italia ci siano stati sforamenti della soglia di 120 microgrammi al metro cubo, ma le città più inquinate per i livelli d’ozono sono quelle della Val Padana (a star peggio sono Milano, Monza, Novara, Bergamo e Padova). Nel centro e nel Sud i maggiori livelli d’ozono riguarderebbero le situazioni di Perugia, Terni e Siracusa. La lotta contro l’ozono è davvero difficile, in quanto i dati statistici mostrano come sia difficile da debellare: se si escludono gli anni più caldi dell’ultimo decennio, nei quali si sono registrati i picchi massimi della concentrazione di ozono, il fenomeno è stazionario ormai dalla fine degli anni ’90, nonostante le riduzioni marcate fatte invece registrare dagli altri principali inquinanti che determinano la formazione del gas.