Ogni qualvolta è prevista un’ondata di calore di moderata o forte intensità si fanno subito paragoni con episodi di meteo estremo del passato.
Nella fattispecie, nell’onda calda in arrivo sull’Italia – che porterà temperature molto alte da nord a sud per più giorni – si fanno subito paragoni con le ondate di calore storiche del 2003, 2015, 2017 e quella recentissima del giugno 2019.
Ma questo è un modo corretto di fare raffronti?
In realtà no, perché stiamo confrontando ogni ondata di calore prevista con episodi di meteo estremo, cioè quelli che statisticamente dovrebbero essere la netta minoranza.
Quindi, da questo punto di vista, sicuramente l’ondata di calore in arrivo sarà meno estrema di quella di fine giugno 2019, ma ricordo che quest’ultima è stata la più forte della storia di giugno, con record termici plurisecolari caduti come birilli. Quindi viene da dire: per fortuna quella in arrivo sarà meno intensa di quella passata! Sarebbe stato un problema gravissimo se fosse stata ancora più forte.
Il discorso però non cambia: negli ultimi anni abbiamo avuto episodi di meteo estremo sempre più frequenti, e quest’estate ne è un chiaro esempio.
Dopo una seconda parte di giugno estremamente calda, una prima decade di luglio caratterizzata da temporali fortissimi, una seconda decade di luglio in media o anche un poco al di sotto e a questo punto, una terza decade di luglio ancora molto calda.
Il trend delle estati degli anni 2000 ormai è consolidato e punta sempre di più a un’estremizzazione meteo sia per quanto riguarda i temporali sia per le ondate di calore.
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