Siamo stati tutti spettatori, anche confusi, in virtù di un passaggio, molto caotico, che ha segnato una performance dei modelli deterministici al limite dell’attendibile e racchiusa in poche ore che hanno significato, in pieno, il termine Kaos! (termine puro dell’atmosfera). Una variabilità atmosferica tipica , molto più spesso, della stagione di transito, piuttosto che della stagione invernale.
Gli stessi indici teleconnettivi, in aggiunta a quelli atmosferici riferiti anche alla tropopausa, ci indicano che, in un futuro più o meno prossimo, che ci saranno delle importanti variazioni (tra cavi e promontori d’onda) indicanti una fase non propriamente appartenere ai canoni bucolici della stagione in osservazione, ma evolutiva. Evolutiva anche nei suoi passaggi; passaggi significativi e riconducibili, piuttosto, ad un inverno senile che non mostra, attualmente, nessuna possibilità di procedere verso la stagione di ibrida stabilità.
Una specie di primavera corrotta che potrebbe avere delle fasi, più o meno lunghe e molto più simili a quelle invernali.
Certamente, in questa previsione spuria e di tendenza, possiamo prefigurarci delle irregolari avvezioni fredde che potrebbero caratterizzare l’intero mese di marzo e anche oltre.
La stessa stesura della Nao + Ao, in una fase long range, potrebbe significare che, dalle seconda parte del mese di marzo in poi, potrebbero esserci delle occasioni forti di recrudescenze invernali.
Quali potrebbero essere le modalità di tale evoluzione?
Onde o corde di onda molto fluttuanti che potrebbero, in una soluzione di non continuità, portarci, con strappi estremi, indietro di 45 giorni circa.
Sicuramente l’inverno ha giocato male, tuttavia il primo scorcio di primavera potrebbe compensare in parte, tagliando fuori tutti i disturbi stratosferici, una intera stagione fredda dai caratteri poco significativi.
Anche se tutto ciò avverrà durante la stagione di crisi, non è detto che non possa regalarci ancora emozioni prettamente invernali. In conclusione: abbiamo assistito ad una primissima fase invernale, anche anticipata, dai caratteri prettamente ciclici, seguita da forti disturbi stratosferici, e qui invito ad una riflessione, che ha falsato di molto l’andamento regolare dei modelli. Ora si prospetta, con maggior regolarità, un novo andamento atmosferico, molto più regolare, che potrebbe sorprendere anche i più abili osservatori dell’atmosfera.
Abbiamo, certamente, lanciato delle basi evolutive, ora siamo in attesa di un riscontro effettivo. Quindi non è assolutamente vero che l’inverno muore dal primo del mese di Marzo, ma esso potrebbe rivivere ben oltre a tale data.