E’ superfluo, considerando le notizie ridondanti degli ultimi giorni, rammentare la violenza del maltempo che ha investito Firenze. Il Capoluogo toscano ha subito gli effetti, devastanti, di un nubifragio temporalesco a sfondo grandinigeno che ha mandato in tilt la città e ha causato numerosi feriti. Ma di che tipo di temporale si è trattato?
Per scoprirlo abbiamo dato uno sguardo alle varie immagini satellitari di quei momenti e la più interessante – a nostro avviso – è stata scattata dal satellite Terra della NASA tramite il sensore MODIS. Ciò che balza subito all’occhio è la vastità della cella temporalesca, distesa dal Tirreno fino all’Adriatico. Ma quel che vorremo farvi notare – non a caso è stato opportunamente indicato – è la presenza di quello che in gergo viene definito “Overshooting Top”. Ma di che si tratta?
Per farla semplice: si tratta di una sorta di sporgenza, alcuni preferiscono chiamarla cupola, posa al di sopra dell’incudine di un temporale. Quando tale escrescenza permane per più di 10 minuti, solitamente siamo di fronte ad una supercella o comunque in presenza di un temporale molto violento. Ed è questo il caso.
Lo sviluppo di tale struttura è relativamente semplice. In presenza di un temporale i moti verticali sospingono le nubi verso l’alto, un processo che va avanti fin tanto che la cima dei cumulonembi non raggiungo un livello di equilibrio corrispondente di solito al raggiungimento della troposfera. Si tratta del punto in cui l’aria circostante ha la stessa temperatura o addirittura più alta. Può accadere, invece, che i moti ascendenti siano talmente violenti che il punto di equilibrio viene infranto e il top delle nubi sviluppa quella particolare struttura a cupola denominata appunto “Overshooting top”. Ciò avviene quando il temporale, come detto, è molto violento o si è in presenza di una supercella.