AGGIORNAMENTO ORE 16:30 – Una colonna di fumo grigio continua a levarsi dalla Eco X di Pomezia, andata distrutta nel gigantesco rogo di ieri. Il vento tende a spostare i fumi verso le località costiere e in parte verso Roma Sud. Resta alto l’allarme fra la popolazione per la possibile dispersione di fibre di amianto, ma l’ARPA ha per ora tranquillizzato riferendo che i valori sarebbero nella norma. L’Agenzia sta comunque elaborando un modello per valutare le aree di potenziale massima ricaduta degli inquinanti. Ci vorranno alcuni giorni per i risultati, ma in base alle misurazioni delle stazioni romane più a sud nessun limite sarebbe stato superato. Si consiglia comunque di tenere le finestre chiuse anche nei quartieri sud di Roma, quanto meno per l’odore sgradevole avvertito in diversi quartieri.
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I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per riuscire a domare gli ultimi focolai del grande incendio che ieri si è sviluppato capannone della Eco X di Pomezia, azienda che tratta materiali di recupero in gran parte di plastica. Continuano le emissioni di fumi dalla zona colpita dal rogo: la colonna di fumo nerissima ora non c’è più, ma una cappa grigia avvolge la zona di Pomezia e dintorni verso le località sul mare. Segnalazioni di aria irrespirabile e odore di plastica bruciata arrivano da tutto il litorale romano da Ostia fino ad Acilia e Malafede. In via precauzionale, sono state anche sospese oggi e domani le visite guidate alla tenuta presidenziale di Castelporziano.
Non si placa la preoccupazione dei residenti, per la paura dei veleni . Non solo diossina, ma soprattutto amianto. Non vi sono certezze, ma per ora il concreto sospetto che la copertura del capannone fosse in absesto con le fibre nocive che potrebbero essersi liberate in aria. Si attendono i primi risultati delle centraline Arpa e delle analisi della Asl 6. Intanto notizie non incoraggianti giungono dall’attuale circolazione del vento, che spira da S/SE al livello del suolo per poi orientarsi attorno a sud-ovest attorno ai 1500 metri d’altezza. Situazione penalizzante per le aree litoranee già citate, ma che non pone certo al riparo nemmeno la città di Roma dall’influenza delle particelle.