Per oltre 50 anni è stato sostenuto dagli studiosi un modello di circolazione a forma di “nastro trasportatore” all’interno del quale la Corrente del Golfo, in moto dal Golfo del Messico fino alle Isole Svalbard, cedeva il proprio calore alla libera atmosfera per poi inabissarsi, raffreddatasi, sul fondo marino, e da qui ripartire lungo le coste groenlandesi e del Labrador per risalire in prossimità del Golfo del Messico.
Questo “modello” era stato suggerito per spiegare un fondamentale fenomeno climatico di origine oceanica, quale è la mitezza del clima europeo, e da qui sono partiti molti “allarmi” su di un possibile blocco di tale “nastro trasportatore” in seguito al Global Warming, con un paradossale raffreddamento del Continente Europeo in pieno riscaldamento mondiale.
In realtà, un articolo pubblicato su “Daily Science”, che anticipa una pubblicazione su “Nature”, mette di nuovo in discussione questo tipo di modello oceanico.
Una ricerca tenuta dalla Duke University e dal Woods Hole Oceanographic Institute, che hanno utilizzato numerose boe galleggianti e sommergibili, hanno dimostrato che questo flusso di acqua fredda profonda originatasi tra la Groenlandia Settentrionale e Terranova, diverge fortemente verso est dopo essere arrivata all’incirca alla latitudine del Massachusetts, e quindi non “ritorna”, chiudendo il cerchio, nel Golfo del Messico.
In pratica, questo supposto “nastro trasportatore” che si chiude come un anello in realtà non esisterebbe, e questo provocherebbe dei grandi cambiamenti anche a livello dei modelli globali di previsione climatica.
Gli studiosi del clima sono sempre stati molto attenti alla zona del Mare del Labrador, in quanto da qui partono le correnti fredde che si inabissano nel profondo, assorbendo quantità notevoli di CO2 dall’atmosfera e trascinandola verso il fondo, tanto da supporre che molta della CO2 prodotta dalla Rivoluzione Industriale fino ad ora risieda oramai in permanenza sui fondali dell’Atlantico Settentrionale.
Si è sempre creduto che il moto di questa corrente, che parte dal Labrador, terminasse a sud della Florida, ma i dati provenienti dalle boe, a partire dal 1990, hanno mostrato scarse evidenze di questo moto oceanico, anche se si riteneva che il tutto fosse provocato da errori nel posizionamento delle boe e vari altri inconvenienti.
Tra il 2003 ed il 2006 sono state lanciate poco a sud del Mare del Labrador 76 speciali boe, in grado di restare sommerse tra i 700 ed i 1500 metri di profondità e di segnalare la propria posizione fino ad oltre 1000 km di distanza.
Ebbene, solo l’8% di esse ha seguito il “percorso classico” fino a sud della Florida, le altre si sono invece disperse nel mare aperto a sud delle Grand Banks.
Stando agli scienziati, questo “strano” comportamento del flusso di ritorno dell’acqua fredda profonda dal Mare del Labrador verso sud, renderà più difficile scoprire gli eventuali “segnali” di cambiamento climatico nelle profondità oceaniche, oltre che a complicare la vita ai modelli di previsione climatica che non sono stati “tarati” per questo fenomeno.