GRAVISSIMA SICCITA’Bisogna andare indietro almeno fino agli anni ’80 per trovare una siccità tanto intensa quanto quella che in questi mesi sta colpendo gran parte del Nord Italia e fra le regioni più colpite figura proprio il Friuli Venezia Giulia. Da agosto a oggi ha piovuto pochissimo e ci troviamo dinanzi ad ormai 8 mesi con forte penuria di precipitazioni. La situazione si è aggravata nell’ultimo periodo: sia a febbraio che a gennaio si sono registrati 2 soli giorni di pioggia significativa e a marzo solo il giorno 19 è piovuto in modo significativo, ma solo in alcune zone della montagna e di scarsa entità per i bacini idrici. La siccità invernale è abbastanza comune in Friuli Venezia Giulia, anche se spesso inizia un po’ tardi. Questo periodo invernale secco ha però fatto seguito a un autunno anch’esso avaro d’acqua: da settembre a novembre le piogge sono risultate da un terzo alla metà di quelle usuali. In particolare sono mancate le piogge intense di ottobre e novembre che, specie sulle Prealpi, contribuiscono per oltre un quarto alla piovosità totale annua.
PIOGGE SOTTO LA MEDIA FINO AL 75% Il fenomeno sta assumendo contorni sempre più eccezionali: secondo dati rilevati dall’Osmer a Trieste, rispetto alla media decennale le piogge sono calate del 75%. Inoltre, per l’Arpa la temperatura media è aumentata in regione di quasi un grado negli ultimi 20 anni. Al di là delle tendenze di lungo periodo, però, la situazione venuta a crearsi fra 2011 e 2012 è particolarmente sfavorevole. Negli ultimi 8 mesi, a Udine sono piovuti 509 mm in luogo di 1007, a Trieste 252 invece di 651. Per ritrovare cumulati di pioggia in otto mesi a fine marzo così bassi, bisogna risalire fino all’1985-1986. Considerando il cumulato pluviometrico da inizio gennaio a oggi, si vede come in regione le piogge sono risultate inferiori del 50-75% rispetto la media degli ultimi 10 anni. A Udine, per esempio, sono caduti 117 mm contro una media di 267 registrata fra gennaio e marzo dal 2000 all’anno scorso, e a Coritis si sono toccati i 125 mm contro una media decennale che nello stesso periodo sfiora i 500 mm. Per ritrovare dati simili bisogna risalire a marzo 2005.
MISURE SEVERE A margine della presentazione del rapporto 2012 sullo stato dell’ambiente in Fvg, è stato dipinto in quadro cupo: la Regione ha deciso quindi di passare da uno stato di preallerta, in vigore fino a ora, alla definizione di alcune strategie. Proprio a questo servirà l’incontro con i Consorzi di Bonifica regionali, incaricati della gestione dei bacini idrici, in cui si dovrà definire un dosaggio accorto dell’acqua a uso industriale, agricolo e domestico. Per legge i bacini idrici del territorio regionale non possono scendere sotto il 45% della capacità, perché significherebbe mettere a rischio l’habitat naturale dei fiumi che vi fanno riferimento. Quando arrivano grandi siccità come quella attuale serve un apposito decreto del presidente della giunta regionale per poter scendere sotto il volume minimo. Attivare quest’iter non significa ancora chiudere i rubinetti dell’acqua, ma serve a prepararsi a ogni evenienza.