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Non solo El Nino. AMO, QBO e minimo solare le altre varianti che influenzeranno l’inverno

di Marco Rossi
08 Ago 2009 - 08:14
in Senza categoria
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Visualizzazione in 3D dell'evento El Niño nel 1997-98.
Nell'Oceano Pacifico, in rosso, è evidenziata l'anomalia delle temperature. Copyright © R.B.Husar, Washington University.
Esaminando l’andamento delle stagioni con Nino “forte”, l’Inverno 1997-98 fu piuttosto mite, con +1,3°C di anomalia, anche se piuttosto in linea con la mitezza degli inverni degli anni Novanta, mentre l’Estate 1998 fu caldissima, con uno scarto medio di +1,95°C dalla norma 1960-90, superata solo dall’Estate del 1994 e dall’imbattibile Estate del 2003.

Considerando anche l’altro episodio di grande potenza del Nino, il primo a finire alla ribalta dell’opinione pubblica internazionale, quello del 1983, notiamo che, in Italia, anche in questo caso fu l’Estate a farla da padrona, con uno scarto termico medio di +1,3°C, ma soprattutto con la prolungata ondata di caldo della seconda e terza decade del mese di Luglio, quando si superarono tutti i limiti termici fino ad allora conosciuti.

La stessa Estate record del 2003, si è verificata in concomitanza con un episodio piuttosto intenso di Nino che interessò gli anni tra il 2002 ed il 2003, mentre il mitissimo inverno del 2007 si è verificato anch’esso in corrispondenza di un Nino che raggiunse il suo massimo tra i mesi di Novembre e Dicembre 2006.

Traendo conclusioni da questo studio, sembrerebbe di poter affermare che il Nino, in ambito mediterraneo, causerebbe una stagione invernale piuttosto mite, ed una Estiva successiva (quindi quella 2010), molto calda sulla nostra Penisola, indipendentemente dalla durata dell’episodio stesso (mentre più importante sembra essere la sua intensità!).

Tutto questo, se non cambiassero le condizioni al contorno.

Ma nel clima non tutto si ripete esattamente, e, anche in questo caso, dobbiamo fare attenzione ad alcune circostanze che sono decisamente differenti.

Anzitutto il ciclo dell’AMO, le temperature dell’Atlantico Settentrionale, che, dopo una lunga fase positiva, sembrano tornare su valori negativi.

Sappiamo che, stanti le correnti prevalenti occidentali, se le temperature dell’Oceano Pacifico sono importantissime per l’andamento climatico del Continente Americano, quelle dell’Atlantico Settentrionali sono fondamentali per il clima del Continente Europeo.

Negli anni 1998 e 2003, e 2007, caratterizzati dal Nino e da forti e prolungate ondate di caldo invernali ed estive sul nostro Paese, gli indici dell’AMO erano nettamente positivi, mentre adesso sono tornati negativi, e con un’area estesa di forte anomalia termica negativa presente nel cuore del Nord Atlantico.

In secondo luogo, c’è da considerare questo minimo solare, che ha abbassato la radiazione solare di un minimo scarto percentuale ma per un periodo di tempo molto prolungato, e questa rappresenta anch’essa una differenza sostanziale con gli anni 1998 e 2003.

Un minimo solare prolungato favorisce gli inverni rigidi in ambito europeo.

Poi c’è l’inversione delle correnti in quota, la cosiddetta “Oscillazione quasi biennale”, che il prossimo inverno sarà negativa, con correnti antizonali, favorendo l’inibizione delle correnti occidentali,e rendendo più probabili le irruzioni di aria fredda da nord est sul nostro Paese.

A questo punto il bilancio degli argomenti pro e contro il verificarsi di una stagione invernale molto mite inizia ad incrinarsi, se la bilancia prima pendeva tutto dalla parte del caldo, adesso inizia a presentare delle marcate oscillazioni, rendendo tale previsione piuttosto dubbia.

Insomma, se è vero che episodi di Nino forte hanno provocato stagioni invernali molto miti ed Estati molto calde sull’Italia, come regola generale, è anche vero che sono cambiate completamente le condizioni al contorno, per cui le previsioni restano comunque nell’ambito dell’incertezza.

Prima parte
Arriva El Nino. Dobbiamo prepararci ad un anno senza inverno? www.meteogiornale.it/news/read.php?id=20664

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