Lo scorso sabato Nanmadol ha terminato la sua vita di ciclone tropicale, lasciando la sua traccia sotto forma di piogge torrenziali a Taiwan. Dopo aver lasciato l’isola, l’ex tifone si è spostato rapidamente verso nordest, ovvero verso il Giappone meridionale e, a seguire, quello centro-settentrionale, in particolare il settore est di Honshu, l’isola più grande dell’arcipelago. Successivamente la tempesta, ormai depressione extra-tropicale, si è diretta verso il mare aperto nell’Oceano Pacifico Settentrionale.
Nanmadol ha lasciato, tra venerdì e sabato scorsi, 244 mm di pioggia a Taitung, nel sud di Taiwan, mentre sabato è stato il giorno in cui quello che rimaneva del tifone è stato sufficiente a portare piogge molto intense sul Giappone. Nel sudovest, tra le 0 e le 24 GMT, 153 mm sono caduti a Shionomisaki, su Honshu, 123 mm a Muruotomisaki (Shikoku), 101 mm a Kagoshima (Kyushu). Altri accumuli significativi nel sud del paese: 84 mm Nagasaki, 90 mm Tottori, 87 mm Fukuoka, 100 mm Miyazaki, 91 mm Shimizu.
Nella parte centrale del paese 230 mm sono caduti a Owase, città sulla penisola di Kii (Honshu), 250 miglia a sudovest di Tokyo, molto vulnerabile alle tempeste tropicali per la presenza del mare a est e di alti rilievi a ovest (effetto stau), ma la cui media pluviometrica in dicembre, quando in genere le tempeste tropicali non colpiscono più il Giappone, è di soli 55 mm. Altri accumuli: Nagoya 84 mm, Tokyo 49 mm.
Passiamo all’altro ciclone tropicale di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi. Durante la giornata di sabato 4 dicembre Agni si è dissolto al largo della Somalia. Subito dopo aver preso vita sull’Oceano Indiano insolitamente vicino all’Equatore, all’inizio della scorsa settimana, Agni era arrivato ad essere un ciclone moderatamente forte, toccando la categoria 1, per poi lentamente perdere energia avvicinandosi alla Somalia.
L’Oceano Indiano orientale ha visto nel frattempo nascere un nuovo ciclone tropicale. Sabato pomeriggio esso si trovava localizzato col centro 395 miglia a sud-sudest di Jakarta, sull’isola indonesiana di Giava. Spostandosi verso sudovest a 10 miglia orarie, il ciclone era accompagnato da venti sostenuti fino a 40 miglia orarie. Nelle previsioni emesse sabato si riteneva che esso dovesse spostarsi verso sudovest rinforzando leggermente.
Continuando nel suo moto verso sudovest 05S (sigla assegnata al ciclone ancora senza nome) si trovava, alle 18 GMT di domenica 5 dicembre, a circa 13°S 107,5°E, con venti sostenuti fino a 40 nodi e raffiche a 50. La previsione emessa domenica indicava un ulteriore spostamento verso sudovest (centro previsto intorno 14,5°S 105°E alle 18 GMT di lunedì 6) e un lieve rinforzo (alla stessa ora previsto vento sostenuto fino a 50 nodi e raffiche fino a 65 nodi). Al momento non si vede terre emerse nel futuro di questa tempesta tropicale.