Ci troviamo di nuovo a commentare una situazione tipicamente invernale che ha come artefice principale il Vortice Polare e come meta finale il bacino centro orientale del Mediterraneo, che sarà presto sede di una profonda depressione, responsabile di un deciso calo termico e di precipitazioni su tutto il centro sud, specie quello adriatico.
L’alta pressione delle Azzorre si sta ritirando in Atlantico dove con uno slancio meridiano, porterà un promontorio direttamente a congiungersi con analoga figura artica, passando sulla Groenlandia.
Tale mossa permetterà alla depressione polare di spingere una saccatura attraverso l’Europa centrale con meta finale il mare nostrum, che raggiungerà lunedì.
L’aria fredda penetrerà principalmente dalla porta della bora, ma in parte sarà anche in transito da quella del Rodano, con formazione depressionaria sul centro sud italiano; tale situazione permetterà un netto peggioramento delle condizioni meteo su tutto il centro sud, con particolare veemenza nelle aree adriatiche, sempre in pole position quando avvengono irruzioni artiche con formazione depressionaria al suolo.
Sempre protetto dall’arco alpino il nord, specie il nordovest che in una prima fase risentirà dell’effetto favonio causa la compressione della massa discendente dalla catena alpina con secchezza dell’aria e aumento termico temporaneo.
I venti tenderanno successivamente a disporsi da nordest, facendo cessare tale fenomeno, ma portando cieli sereni e freddo progressivo.
Da notare la temperatura in quota di tale irruzione, con una -35° sulle regioni settentrionali e una -30° sulle regioni centrali: l’aria fredda artico marittima si riverserà al suolo con le precipitazioni, ecco perché il nord risentirà di tale irruzione più tardi rispetto al centro, proprio perché mancheranno le precipitazioni atte a far scaricare la massa artica al suolo.
Dalla metà della settimana, l’alta oceanica tenderà a ruotare verso nordest, dove troverà ad attenderla all’altezza della penisola scandinava, la collega russa, in rinforzo sull’area europea e sempre presente e pronta ad intervenire alla minima occasione, tornata davvero in auge quest’inverno dopo anni di latitanza; la possibile fusione delle due figure sembra avere buone probabilità, e tale fatto causerebbe l’isolamento del continente dalle correnti oceaniche e la chiusura della porta artica a favore di quella continentale, con stagnazione del vortice ciclonico mediterraneo nell’area mediterranea orientale.
Quanto l’eventuale ponte possa durare e se tale situazione di intervento delle correnti continentali possa influire sulla vita del vortice mediterraneo, sarà possibile valutarlo nelle successive emissioni modellistiche.
Di sicuro ci attende una settimana all’insegna del freddo invernale, che sarà la caratteristica di buona parte del continente, con presenza di precipitazioni su tutta l’area centro meridionale italiana, così come su quella balcanica e centro orientale europea.
Un’evoluzione quella della congiunzione tra le due figure altopressorie che garantirà una costante presenza di venti orientali sulla nostra penisola, che manterranno condizioni di spiccata instabilità, con maggiore coinvolgimento di quelle aree già colpite duramente dalla precedente irruzione artica, dalle caratteristiche assai simili all’imminente.
Restano comunque da fare costanti aggiustamenti nell’evoluzione di tale situazione, non dimenticando che nella precedente irruzione non erano stati ben valutati dai modelli di previsione alcune non irrilevanti parametri che poi hanno portato all’incrudimento della previsione ed ad un progressivo prolungamento della fase perturbata oltre ciò che era prevedibile.
Il consiglio è quindi di seguire sempre gli aggiornamenti e di non perdere mai di vista il satellite, occhio costante sull’evoluzione step by step della situazione in tempo reale.