CRONACHE METEO: con il nome di Nina si intende il fenomeno opposto del Nino, ovverosia un raffreddamento delle temperature superficiali delle acque del Pacifico Centrale ed Occidentale.
Generalmente, come per il gemello Nino, si verificano le temperature della zona detta “Nino 3.4”, ovverosia la parte centrale (e più ampia) dell’Oceano Pacifico equatoriale.
Se le temperature superano il livello normale di 0,5°C si parla di condizioni di Nino (forte quando si superano i +1,5°C di anomalia termica).
Ugualmente, quando le anomalie termiche superficiali sono inferiori a 0,5°C, si parla del fenomeno della Nina, che normalmente interviene dopo un evento di Nino (quale è stato quello del 2019), ma che compare comunque ad intervalli piuttosto irregolari.
Dopo un anno intero caratterizzato dal Nino e da temperature superficiali elevate sull’Oceano Pacifico centrale, adesso la situazione si è invertita, ed in questi giorni le anomalie sono state di -0,51°C al 27 Agosto, entrando ufficialmente nella “zona della Nina”, dopo che per quasi tutta l’Estate le anomalie sono state positive arrivando fino a +1,0°C il 4 di Luglio.
Questi fenomeni causano anomalie a livello globale nella circolazione atmosferica.
Le ondate di caldo che si sono succedute in Europa tra Giugno e Luglio potrebbero essere state innescate dal Nino che rinforza solitamente l’Anticiclone Africano.
Al contrario, la Nina potrebbe avere un “effetto raffreddante” sulle temperature globali, ma anche sulla stagione invernale mediterranea, che, secondo alcune statistiche correlate al fenomeno, potrebbe risultare piuttosto fredda ed abbastanza asciutta al Nord Italia, con ondate di freddo che prediligerebbero la “via adriatica”.
Ma, al momento, sono solamente supposizioni, e vedremo in pratica quali potranno essere gli effetti della Nina che si sta preparando a caratterizzare la prossima stagione invernale.