Negli ultimi giorni sull’Arco Alpino le nevicate sono cadute solamente a quote in genere superiori ai 1800 metri, complice l’afflusso caldo apportato dai venti sciroccali. Non è certo un inizio di dicembre tipicamente invernale, che sta rendendo assai complicato l’avvio della stagione turistica sugli impianti di risalita. La colonnina di mercurio sta comunque facendo registrare una lenta discesa, riportandosi verso valori più consoni al periodo. La neve, complici sbuffi d’aria più fresca da est, avrà così modo di cadere a quote più basse già nelle prossime ore, quando è atteso un peggioramento legato alla ritornante perturbata del ciclone mediterraneo, centrato sulle regioni centrali, che si muove verso nord-nord/est. Si attendono nevicate di un certo rilievo, con accumuli freschi anche di 30-40 cm dalle Alpi Orobie alla Carnia.
La cartina sotto mostra la quota dello zero termico prevista per il primo pomeriggio odierno: notiamo come sui settori alpini orientali, specie zone prossime al confine, la temperatura di zero gradi la ritroveremo anche localmente verso i 1600/1800 metri d’altezza. Ciò significa che la neve potrà cadere a partire dai 1200-1300 metri, localmente al di sotto nei momenti di precipitazioni più intense. Se la neve si fa desiderare sulle Alpi, la situazione è ancor peggiore in Appennino dove solo sulle cime a partire dai 2000 metri si sono avute negli ultimi giorni spolverate di bianco. Tuttavia la situazione dovrebbe mutare drasticamente per il week-end dell’Immacolata, quando si attende un primo assaggio di freddo invernale e nevicate che faranno la loro comparsa anche sull’Appennino a quote medie.