Nel Nord Emisfero, la circolazione troposferica in quota alle medie e alte latitudini è ancora caratterizzata da accentuati scambi meridiani, con sviluppo di alte pressioni sub-tropicali sempre più intense soprattutto nei comparti interessati da vistosi “forcing” di matrice tropicale.
Alle medie latitudini, le anomalie superficiali dell’Oceano Pacifico, di segno positivo sul settore orientale di quell’Oceano, negative su quello centrale, inducono un “forcing” di componente meridionale nel flusso in quota nella metà orientale del Pacifico, favorito dalla forzatura orografica prodotta dalle “Rocky Mountain”, cui corrisponde una propensione per una componente settentrionale del flusso più ad est.
La persistenza di un’elevata velocità zonale sullo scenario pacifico, per il momento, vanifica queste forzature d’origine termica ed orografica impedendo la genesi di blocchi dinamici.
Nei prossimi giorni, nel comparto pacifico, il temporaneo allentamento delle velocità zonali, favorito dall’estinzione del VP stratosferico e dalla scomparsa del profondo vortice freddo in quota sulla Siberia orientale, consentirà la formazione di saccature in sede pacifica centrale.
Più a valle, promontori anticiclonici si svilupperanno presso la “west coast” nord-americana, potenziati, probabilmente, da “forcing” di matrice tropicale prodotti dalla graduale migrazione verso levante dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO (“Madden Julian Oscillation”). La MJO, attualmente sull’Indonesia con la sua fase attiva, determinerà ancora per qualche giorno una notevole attività convettiva sul settore più occidentale del Pacifico tropicale, con rischio di “landfall” di cicloni tropicali soprattutto su Filippine, Sud-Est Asiatico e Australia nord-orientale.
Alle medie latitudini, nel medio-lungo termine, la crescita di una grande onda planetaria anticiclonica quasi stazionaria tra Pacifico orientale e Montagne Rocciose, incoraggerà lo sviluppo di saccature in quota sugli “states” centro-orientali che andranno a sostituirsi al preesistente promontorio anticiclonico che insisterà ancora per qualche giorno su quel settore dell’America settentrionale.
L’allontanamento verso levante della fase inattiva della MJO, attualmente sull’Atlantico tropicale, consentirà il manifestarsi di moderati “forcing” di derivazione tropicale, indotti dalle anomalie termiche superficiali dell’Atlantico tropicale, più caldo del normale soprattutto tra le Piccole Antille e l’Africa nord-occidentale. Queste forzature alimenteranno, già nel breve-medio termine, un anticiclone atlantico sub-tropicale, pulsante in senso meridiano alle medie latitudini.
Il carattere pulsante di quest’anticiclone dinamico sarà causato dal dislocarsi del VP polare dell’alta troposfera principalmente nel settore atlantico dell’Artico, sulla Groenlandia e presso le coste più occidentali della Siberia, in risposta allo sviluppo di moderati blocchi anticiclonici nel settore di Bering e siberiano orientale del Mar Glaciale Artico.
Il conflitto sempre più stridente tra queste grandi figure dinamiche alimenterà un vigoroso flusso zonale che piloterà un veloce treno di sistemi perturbati atlantici. Nel medio-lungo termine, la probabile formazione, come sopraccennato, di una saccatura in quota sul Nord-America centro-orientale, dovrebbe portare allo sviluppo di un nastro di correnti occidentali perturbate avente origine dal Nord-America orientale ed esteso fino al Vecchio Continente e al “mare nostrum
La latitanza dell’HP sub-tropicale sull’Africa settentrionale favorirà l’ingresso delle perturbazioni atlantiche nel settore centro-occidentale del Mediterraneo, con sviluppo di “cut-off” ciclonici alimentati da brevi, repentine, intrusioni di aria relativamente fredda nord-atlantica.
L’incremento dell’indice zonale su una vasta porzione dell’Emisfero Nord, determinerà una graduale riduzione del numero d’onde planetarie. Nel lungo termine dovrebbe manifestarsi una circolazione prevalentemente a due (temporaneamente 3) grandi onde emisferiche.
Un promontorio anticiclonico in quota, come abbiamo visto, dovrebbe sistemarsi tra il Pacifico orientale e il Nord-America. Un’onda anticiclonica risonante andrà probabilmente a collocarsi sul lato opposto, nel settore più occidentale dell’Asia, parzialmente alimentata anche da “forcing” orografici. Le Rossby entranti da ovest saranno costrette a rallentare rapidamente già su Europa orientale e Mar di Levante, trasportando verso nord grandi quantità di momento, calore e vorticità, rafforzando così il pattern di blocco e sviluppandolo in senso meridiano.
Una simile configurazione di flusso troposferico in quota, sul Nord Emisfero, in primavera, risulta molto instabile. Con l’avanzare della stagione, infatti, il generale rallentamento del flusso zonale a livello emisferico, dovrebbe indurre un aumento del “wavenumber” zonale medio.
Nel lungo termine, l’approfondirsi della saccatura sull’America nord-orientale e la formazione di un profondo vortice freddo in quota sull’Asia orientale, in risposta al marcato sviluppo meridiano del promontorio anticiclonico dell’Asia occidentale, dovrebbe alterare profondamente il precedente “pattern” di circolazione emisferica.
La circolazione nel Nord-Emisfero, specialmente verso la fine di questo mese, dovrebbe rallentare e diventare più “caotica”. In modo particolare dovrebbe interrompersi il flusso atlantico perturbato diretto verso l’Europa per lo sviluppo di “blocking” nord-atlantici.