Il flusso atlantico, che sospinge le perturbazioni da ovest verso est, sul Vecchio Continente, non ha quasi mai avuto il via libera per transitare alle latitudini mediterranee in questa prima fetta d’autunno. Ci sono svariate ragioni che hanno portato questi scenari così poco autunnali, nell’ambito di una vera e propria situazione di stallo: da un lato l’eccessivo strapotere anticiclonico sul contesto euro-mediterraneo e dall’altro la notevole compattezza del Vortice Polare.
L’equilibrio che si è mantenuto a lungo nell’ultimo periodo si sta però per rompere ed un primo assaggio si avrà attraverso la penetrazione di una fiondata perturbata di matrice nord-atlantica. Il centro guida depressionario si manterrà tra le Isole Britanniche e la Scandinavia, con un’evoluzione piuttosto rapida verso est che consentirà all’anticiclone atlantico di riprovare a distendersi verso levante per chiudere la porta a nuovi inserimenti perturbati. Quest’operazione riuscirà solo in parte, ma non sarà una barriera solida come quella che si era avuta nelle ultime settimane.
L’imminente celere transito di un sistema frontale atlantico rappresenterà solo le prove generali di quello che potrebbe essere il vero e proprio inizio scoppiettante dell’autunno. Una svolta più incisiva è infatti attesa nel corso della prossima settimana e dietro si celano le manovre del Vortice Polare, la cui attività potrebbe rallentare bruscamente così da dar vita ad una maggiore ondulazione delle masse d’aria. Il previsto abbassamento verso valori negativi dell’Arctic Oscillation sarebbe perfettamente congeniale allo scivolamento a latitudini un po’ più basse del perno del Vortice Polare ed al contestuale insediamento di una relativa area anticiclonica in sede artica.
Questa dinamica sarebbe sufficiente per determinare l’affondo di una saccatura sull’Ovest Europa, con il coinvolgimento del Mediterraneo Centro-Occidentale da parte del flusso perturbato atlantico connesso. Finalmente si aprirebbe così la porta delle correnti occidentali, anche per lo spostamento degli anticicloni di blocco tra l’Est Europa e la zona scandinava. Inevitabilmente la valvola di sfogo dei fronti atlantici potrebbe essere facilmente il Mediterraneo, anche se la prudenza resta d’obbligo: rammentiamo che l’andamento in prospettiva degli stessi indici climatici (da cui poi deriva il raffronto teleconnettivo) si ottiene attraverso la tecnica ensembles (metodo probabilistico) e pertanto stiamo evidenziando solo lo scenario sul lungo periodo al momento ritenuto più probabile, ma il quadro complessivo appare ancora ambiguo ed intricato.