Dopo settimane di temperature primaverili, come in gran parte d’Europa, da domenica 6 dicembre è iniziato un significativo calo termico sulla parte occidentale della Russia europea.
Mosca e la regione circostante sono state colpite, a partire da lunedì pomeriggio, da una imprevista nevicata, che nel tardo pomeriggio ha causato grossissimi problemi di circolazione nell’ora di punta.
Molte strade cittadine, anche importanti, e le autostrade intorno alla capitale sono rimaste paralizzate e si sono formate code enormi. In 12 ore sono caduti 10-15 cm di neve, una nevicata notevole anche per la capitale russa.
I meteorologi hanno giustificato la mancata previsione della intensa nevicata (le previsioni indicavano 1 cm di neve) con la presenza di un anticiclone, ma la situazione che si è creata ha causato forti polemiche.
In particolare si è scagliato contro i meteorologi Luzhkov, il sindaco di Mosca, che, non essendovi previsione di forti nevicate, non ha fatto partire il programma di inseminazione delle nubi con azoto liquido allo scopo di ridurre l’entità delle precipitazioni nevose sulla città.
A Mosca si sta infatti studiando questo sistema per cercare di ridurre le precipitazioni nevose e quindi gli ingenti costi legati allo sgombero della neve in città, all’opposto quindi dei test fatti in Cina per combattere la siccità e quindi favorire le precipitazioni, test che secondo i meteorologi locali hanno avuto successo, esaltando le nevicate novembrine che hanno colpito Pechino.
Ma questa volta nel meccanismo di prevenzione qualcosa si è inceppato, l’aleatorietà del meteo, anche in epoca di satelliti e modelli fisico-matematici ad alta precisione, ha preso il sopravvento, e la neve “vietata” è caduta lo stesso.