La seconda irruzione di gelo, quella che ha interessato il Piemonte a partire dalla notte tra il 9 e il 10 febbraio, ha portato la temperatura sul Monte Rosa vicinissima al record. Alla Capanna Regina Margherita (4.560 m), attorno alle ore 7 di venerdì si sono toccati i -37,1 °C: a un soffio dai -37,3 °C registrati il 25 gennaio 2005. È interessante notare come, durante l’invasione di correnti siberiane di inizio mese, quando alla stazione di Vercelli si registravano -19,3 °C (6 febbraio), sulla vetta del Monte Rosa i sensori segnavano “solo”‘ -31,2 °C: questo perché l’aria in arrivo era prettamente pellicolare, confinata cioè nei bassi strati; la successiva pulsione invece, provenendo più direttamente dall’Artico russo, è stata un po’ meno gelida, ma ben più strutturata in quota, da cui la forte caduta termica in alta montagna.
Tornando al dato del 10 febbraio, che rimane l’estremo rilevato finora nella stagione invernale sul territorio italiano, va precisato che le registrazioni avvengono grazie a una stazione automatica, gestita da Arpa Piemonte, operativa dal 29 agosto 2002: data la brevità temporale della serie quindi, il valore ha un significato relativo. Nell’inverno 1928-’29 infatti, un termometro a minima, ricoverato in condizioni standard da Umberto Mònterin (1887-1940), direttore dei Regii osservatorii geofisici e meteorologici del Monte Rosa, di cui la Capanna Margherita faceva parte, aveva segnato -41 °C; la diversa collocazione di quello strumento (capannina Stevenson) rispetto all’attuale, e le procedure di acquisizione manuali, rendono tuttavia scarsamente comparabili le due temperature.
Per curiosità, va aggiunto che sul massiccio del Monte Bianco esistono un paio di rilevazioni ancora inferiori: un -42 °C al Gran Gioves (4.050 m), datato 30 gennaio 1963, che non è tuttavia unanimemente riconosciuto, stante l’incertezza delle modalità di misura; e un -43 °C che sarebbe stato raggiunto in territorio francese nel gennaio 1893 in uno chalet provvisorio al Grand Rocher Rouge (4.500 m circa), dov’erano alloggiati gli addetti alla costruzione d’un osservatorio astronomico e meteorologico nei pressi della vetta. Tale struttura, inaugurata nel settembre di quell’anno a 4.807 m, funzionò regolarmente fino al 1906, quando l’ancoraggio alla calotta glaciale mostrò segni di cedimento, costringendo al definitivo abbandono nel 1909.