I modelli elaborati dai super calcolatori sono essenziali per poter prevedere la natura e la grandezza dei sistemi meteorologici, compresi i cambiamenti i loro cambiamenti.
Utilizzando 19 modelli climatici, un team di ricercatori guidato dal professor Minghua Zhang (della Scuola di Scienze Marine e Atmosferiche dell’Università di Stony Brook), ha rilevato un aspetto a dir poco interessante: le simulazioni climatiche vedevano periodi caldi e secchi sempre più frequenti nelle grandi pianure degli Stati Uniti centrali. La causa? Una modesta modellizzazione dei sistemi convettivi atmosferici nell’area considerata.
Analizzando a fondo le cause si è rilevato un fallimento dei modelli nel prevedere le forti precipitazioni estive della regione. Ecco quindi che andrebbe a perdere importanza lo scenario indicante una sorta di desertificazione della zona e la nuova modellizzazione climatica ridurrebbe di oltre il 20% l’eventuale riscaldamento.
“I modelli di clima attuali sono limitati dalla potenza di calcolo degli strumenti utilizzati, anche quando vengono utilizzati supercomputer all’avanguardia”, ha affermato il professor Zhang. “Di conseguenza, alcuni sistemi di circolazione atmosferica non possono essere studiati adeguatamente e ciò va a influenzare chiaramente l’accuratezza delle previsioni sul cambiamento climatico”. Sempre secondo Zhang e colleghi i modelli climatici diventeranno più accurati nei prossimi anni ovvero quando entreranno in campo i supercomputers exsascale, oggi in fase di sviluppo in tutto il mondo.
Lo studio completo può essere consultato al seguente link www.stonybrook.edu