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Mistero Polo Sud

di Augusto Marrese
12 Set 2007 - 23:06
in Senza categoria
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mistero polo sud 9808 1 1 - Mistero Polo Sud
Chiunque voglia dimostrare la validità del global warmig deve oggi fare i conti con la particolare condizione del Polo Sud. Ormai, infatti, sono cinque anni che lo spessore della banchisa antartica è in aumento e quest’anno l’area di avanzamento del pack rischia di battere records decennali.

Cosa accade allora al Polo Sud? E soprattutto cosa accade all’emisfero australe in generale? Non possiamo infatti tacere lo straordinario inverno subito, è il caso di dire, dal Sud America, con una anomalia media degli ultimi tre mesi che è andata diffusamente fra il grado e i tre gradi.

Diciamo subito a onor del vero che il 2007 sarà probabilmente fra i più caldi, infatti prendendo a prestito i dati del NOAA vediamo come le anomalie delle temperature medie registrate sulle terre emerse siano di oltre un grado superiori alla norma, anche se l’Inverno nell’emisfero australe è stato rigido; migliore la situazione per quanto riguarda le anomalie delle temperature degli oceani, con anomalie positive più contenute ed inferiori al mezzo grado.

Il dato delle medie oceaniche incide molto sull’anomalia totale che tuttavia rimane fortemente positiva e si posiziona a pieno titolo nel trend di forte rialzo iniziato nel 1997.

Eppure anche se dal 1997 le temperature medie del Globo hanno subito una forte impennata, il Pack antartico invece che diminuire la sua superficie dal 2003 aumenta costantemente e come abbiamo detto quest’anno rischia di battere records decennali di estensione.

In effetti la questione antartica rimane attualmente un mistero non risolto ma potrebbe, in vero, costituire un vero e proprio esempio di feedback che la “macchina terra” mette in moto per rispondere al suo surriscaldamento, e questo feedback potrebbe avere una importante relazione con il jet stream, che come più volte asserito nei miei articoli, ritengo il maggiore responsabile dell’autunno-inverno record in Europa.

Per capire il meccanismo di feedback messo in atto dall’atmosfera australe partiamo dalla comparazione fra il jet stream nell’emisfero boreale nel mese di settembre del 2006, quello immediatamente precedente alla grande anomalia termobarica 2006-2007 e quello di Marzo 2007 nell’emisfero Australe. Abbiamo scelto settembre e Marzo perché climatologicamente sono mesi gemelli nei due emisferi, per cui i comportamenti del jet stream possono in tal caso essere confrontati.

Possiamo notare alcune importanti differenze:
• Lo spessore, molto maggiore nell’emisfero australe;
• La posizione decisamente più a nord nell’emisfero australe che a sud nell’emisfero boreale;
• La maggiore continuità del flusso nell’emisfero australe che in quello boreale.

Dunque il jet stream è fortemente più attivo nell’emisfero australe che in quello boreale. Cosa significa?
Il jet stream è generato dal gradiente termico fra le varie zone del globo, ed esso stesso è responsabile non solo degli scambi termici fra le zone più fredde e quelle più calde, ma soprattutto, una sua disposizione continua e spessa come quella presente nell’emisfero australe può fungere da protezione termica delle zone più fredde del pianeta come l’avanzamento del Pack antartico in effetti potrebbe far pensare.

Concludiamo questo articolo sottolineando come la continuità degli oceani aiuti questo feedback nell’emisfero australe rendendo il jet stream più continuo, ma come il meccanismo funzionante nell’emisfero australe potrebbe prima o poi scattare anche in quello boreale. In tal senso monitoriamo il jet stream di quest’anno nell’emisfero boreale apparentemente più forte rispetto all’anno scorso, ma ne riparleremo, per capire l’evoluzione del prossimo inverno.

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